L’Autorità di Sistema Portuale e gli operatori lavorano a un nuovo modello organizzativo, a fronte di lunghe code e attese, causate dai limiti operativi del sistema portuale stesso, che generano extracosti giornalieri per le imprese di autotrasporto quantificabili in 10 milioni di euro al mese
Mentre le imprese di autotrasporto che operano col Porto spezzino lunedì pomeriggio si riunivano con le proprie associazioni di categoria - Anita, Assotir, Fai, Cna Fita, Confartigianato Trasporti e Trasportounito- per confrontarsi sull’avvio della ‘Congestion Fee’ da e per il Porto della Spezia, in contemporanea la situazione della bretella autostradale testimoniava dell’ennesimo disservizio del terminal: centinaia di camion bloccati in coda in attesa di entrare in uno scalo dove era in attracco una sola nave.
Una conferma dell’importanza del tema al centro anche dell’ultimo incontro svoltosi in Autorità di Sistema Portuale con la Commissaria Federica Montaresi in cui è stata rappresentata, dati alla mano, la situazione realmente complessa del problema delle congestioni camionistiche e la difficoltà organizzativa complicata da arrivi non programmati di navi e picchi di arrivi ai gates portuali.
A fronte di questa situazione risulta oggettiva la gravità degli extra costi che le imprese di autotrasporto stanno sostenendo e, quindi, la necessità di intervenire urgentemente sul modello complessivo portuale, in primis per garantire il flusso regolare dei traffici camionistici e di servizio alla merce. L’Autorità di Sistema Portuale ha preannunciato che convocherà a breve tutte le categorie per lavorare su questo obiettivo.
I responsabili della AdSP hanno confermato l’urgente necessità di eliminare i blocchi operativi soprattutto dei camion che stanno pagando un prezzo insostenibile a causa dei disservizi. L’autotrasporto rimane il primario operatore del trasporto della merce ed è interesse dell’intera portualità tutelarne capacità economiche e di regolarità di servizio.
Per questo si continuerà a lavorare per l’individuazione di strumenti adeguati all’efficientamento del flusso camionistico e per la definizione di un Accordo di Programma che regoli la tracciabilità dei tempi di attesa al carico e allo scarico e un sistema indennizzatorio delle attese dei camion.
Solo nella giornata del 18 novembre si calcola che gli extracosti delle imprese di autotrasporto, che hanno subito attese anche di 4 ore, si aggirino intorno ai 400/500 mila euro.
Le imprese hanno ribadito la volontà di continuare ad applicare la richiesta economica alla committenza della “Congestion Fee”, invitando l’intera comunità al senso di responsabilità per difendere la sostenibilità economica dei trasporti regolari, quindi la stessa economia portuale.
L’alternativa sarebbe il fermo delle macchine e il rifiuto di effettuare i servizi di trasporto non accettando di lavorare sottocosto e quindi favorendo l’irregolarità.
Le Associazioni dell’Autotrasporto ribadiscono convintamente che la Comunità Portuale non può e non deve permettersi di generare il collasso del sistema imprenditoriale del trasporto su strada.
ANITA
ASSOTIR
CNA FITA
CONFARTIGIANATO TRASPORTI
FAI
TRASPORTOUNITO