Per questa ragione, quando ci occupiamo della situazione degli infermieri che hanno partecipato al bando di mobilità volontaria regionale, risultando in posizioni di graduatoria utili ad ottenere il trasferimento presso la ASL 5, entriamo sempre nel merito della questione senza limitarci a farne un'operazione di pura propaganda politica da spendersi banalmente sui quotidiani o, peggio, di bandiera.
Abbiamo perciò presentato in Regione, in collaborazione con la USB, Unione Sindacale di Base, che opera sul chiavarese, oltre ad una interrogazione propedeutica e di approfondimento, un Ordine del Giorno, che andrà in votazione nelle prossime sedute di Consiglio, tra fine ottobre ed inizio novembre, in cui non ci limitiamo ad evidenziare come il diritto di questi lavoratori non possa essere calpestato in nome di cavilli organizzativi o regolamentari che ne impediscano una rapida se non immediata esecutività, ma entriamo nel dettaglio delle modalità con cui la ASL4 potrebbe, fin da subito, risolvere la situazione portando un vantaggio non solo agli operatori interessati ma anche agli stessi utenti.
La ASL4, secondo un nostro studio approfondito e basato sulla deliberazione dirigenziale, potrebbe immediatamente attingere a graduatorie esistenti ed attive, senza necessità di attendere i tempi, che si annunciano molto lunghi, di un nuovo concorso e consentendo ai lavoratori aventi diritto di potersi trasferire in ASL5 senza ulteriori lungaggini burocratiche.
Non entreremo qui nel merito dei contenuti dell'Ordine del Giorno presentato, poiché molto articolato e complesso, ma la soluzione è contenuta, con chiarezza, in quel documento (che potete scaricare in calce all'articolo).
Serve solo la volontà politica e tecnica di ascoltare la nostra proposta e di concedere un diritto a questi 14 infermieri senza tenerli ostaggio dell'azienda di appartenenza in attesa di un concorso appena annunciato.
Questo è per noi il ruolo della Politica: soluzioni concrete, applicabili e di buon senso senza quella voglia costante di apparire anche a costo, poi, di non ottenere nulla di concreto.
Il nostro scopo non può e non deve essere quello della pubblicità ma quello di fare star bene la nostra comunità e, in questo caso, di far lavorare meglio i nostri infermieri, garantendo i loro diritti, anche a vantaggio dei servizi offerti al cittadino.