Speravo, che dopo molta confusione e demagogia, si arrivasse ad una riforma seria del sistema Province che definisse competenze precise e risorse adeguate ai compiti che tali Enti, ridefiniti dal punta di vista geografico ed istituzionale, avrebbero svolto. Non ho mai condiviso l'idea dell'abolizione ne quello che, incostituzionalmente, declassa le Province ad Enti di secondo livello, privi dunque della legittimazione popolare. Oggi a quella mia non condivisione aggiungo la preoccupazione per lo scenario che si aprirebbe nel caso in cui l'ultimo decreto sul riordino delle Province non venisse approvato e si tornasse all'applicazione dell'art 23 del Decreto "Salva Italia". Se ciò avvenisse si creerebbe, come ammesso dallo stesso Governo, un caos istituzionale che vedrebbe le Province svuotate di tutte le competenze, assegnate dalla Regione a se stessa ed ai comuni entro il prossimo 31 dicembre. In quindici giorni dunque le Regioni italiani si troverebbero a dover decidere a chi affidare le competenze su strade, scuole superiori, rifiuti, trasporti. Al caos istituzionale si aggiungerebbe inoltre quello territoriale oltretutto in piena emergenza invernale. I disagi di questi giorni, segnalati nel nostro entroterra a causa del ghiaccio, sono esattamente il frutto dell'incertezza in cui versa l'ente che non è in condizioni di programmare le risorse per la stagione invernale e spendere quanto necessario per rispondere ai bisogni dei territori. Tra quindici giorni le Province rischiano di essere private delle loro competenze e, mi domando, chi le svolgerà? Come è pensabile che tali Enti, in ogni caso massacrati dai tagli, possano programmare interventi sul territorio senza sapere se tra due settimane avranno competenze ed un bilancio?
Nella attuale condizione di confusione solo una cosa emerge con chiarezza: il limite legato ai percorsi attivati per procedere alla riforma della Pubblica Amministrazione, necessaria in un ottica di ammodernamento ed efficientamento ma da affrontare con un autentico spirito "costituente" e non demagogico."