La delicatezza del provvedimento che interessa tipologie di pazienti cronici e molto spesso con esigenze immediate di reperimento dei farmaci era stato oggetto di monitoraggio da parte dell'ARS, e aveva visto nell'ASL1 imperiese una sperimentazione molto apprezzata anche a livello nazionale di distribuzione dei medicinali direttamente dai punti ASL, con costi notevolmente inferiori e un conseguente risparmio per tutta la collettività, vista la situazione di atavica difficoltà finanziaria della sanità regionale.
Fermo restando che tale decisione non avrà conseguenze sui pazienti in termini di costi, chiediamo all'assessore Viale quali siano le motivazioni che hanno portato a questa decisione e come mai non è stata valutata la possibilità di estendere l'esperienza dell'ASL 1 imperiese con il potenziamento e la consegna a domicilio dei farmaci salvavita anche attraverso accordi con le sedi comunali.
Ricordiamo che il modello imperiese, considerato da molti un esempio di eccellenza, aveva con la distribuzione diretta diminuito gli sprechi rispetto alla cessione per conto, facendo risparmiare alle disastrate casse della sanità ligure solo nel 2015 circa 1,276 mila euro e che a regime avrebbero consentito un risparmio di circa 6 milioni di euro su tutto il territorio ligure.
Su questo la Cisl ritiene che ci vogliano risposte chiare ed univoche da parte di tutte le istituzioni in materia "di tutela della salute" in un Paese dove lo Stato paga ai farmacisti il doppio, il triplo e anche il quadruplo della quota medicinale con enormi differenze tra una regione e l'altra ma anche tra ASL dello stesso ambito regionale.