Per questo abbiamo presentato e discusso in Consiglio Regionale un'interrogazione, a seguito del nostro sopralluogo dello scorso Settembre all'interno del tratto tombinato del torrente, in cui ne abbiamo verificato gravi criticità, per capire se l'amministrazione del comune di Arcola abbia mai comunicato all'assessorato regionale o alla protezione civile tali criticità e se, in assenza di ciò, non fosse il caso, come ente Regione, di intervenire perchè tali criticità siano risolte in un'area, ricordiamolo, che ricade in zona rossa, ad alto rischio idrogeologico.
La risposta che abbiamo ricevuto è che la competenza, per la manutenzione straordinaria, è, ovviamente, in capo all'amministrazione del comune di Arcola e, per la stessa, la Provincia ha erogato, negli anni passati, contributi; ulteriori contributi saranno erogati, per l'anno 2015, dalla Regione.
Per quanto riguarda, invece, le problematiche di carattere edile relative alle strutture confinanti con il letto del corso, le responsabilità, e quindi le competenze per i lavori di ripristino e manutenzione, risultano a carico dei proprietari o dei concessionari delle suddette strutture!!!
Questo, naturalmente crea, a nostro avviso, problematiche di non semplice gestione per una pianificazione puntuale della manutenzione e degli interventi necessari per la messa in sicurezza, problematiche che a nostro avviso non possono e non devono essere lasciate alla "benevolenza" dei suddetti frontisti ma devono comunque essere gestite, almeno nel coordinamento delle tempistiche, da un unico ente.
Nel 2008 venne poi prevista la costruzione di uno scolmatore in grado di alleggerire le problematiche riscontrate nel tratto terminale del torrente, ma la carenza di risorse economiche, ad oggi perfino peggiorata, non ne ha consentito l'attuazione; ancora una volta si è identificato un problema, la sua possibile soluzione, ma la politica ha dovuto ammettere che il proprio fallimento ha creato la condizione per cui i cittadini devono essere lasciati in una situazione di pericolo per l'errata gestione economica.
L'adeguamento della parte terminale del Rio Maggio rientrerà, invece, nel progetto di adeguamento delle arginature del fiume Magra.
Come abbiamo già avuto modo di rimarcare, siamo naturalmente concordi nel voler procedere alla messa in sicurezza degli argini del fiume, che comunque confina con l'abitato di Romito Magra, ma rileviamo come i fatti accaduti ci abbiano chiaramente dimostrato che il vero e concreto pericolo per gli abitanti sia dato dal corso del Rio Maggio piuttosto che dal fiume Magra stesso, e che tale considerazione avrebbe, forse, consigliato di destinare una parte di risorse ad interventi che ne riducessero il rischio.
In tutto questo pare però mancare un'analisi approfondita di quello che, secondo noi, è un problema idraulico fondamentale: le pessime condizioni della struttura nel tratto chiuso in prossimità della rotonda e, soprattutto, la forte riduzione del volume in corrispondenza della stessa, fonte di un potenziale collo di bottiglia che, sempre a nostro avviso, potrebbe causare gravi cedimenti strutturali alla strada ed alla rotonda in caso di inevitabile aumento della pressione dell'acqua.
Ci chiediamo se tale situazione sia stata attentamente valutata dall'assessore regionale competente e dalla protezione civile e quali rimedi siano stati previsti per prevenire il problema. Come nostra abitudine continueremo a tenere sotto controllo le progettazioni ed i lavori eseguiti sul Rio Maggio e sul fiume Magra, e con il supporto fondamentale dei comitati di cittadini che, anche in questo caso, sono stati egregiamente rappresentati da Gino Pavero e dal consigliere Giuseppe Zubelli, e che sono la nostra principale fonte di conoscenze per queste situazioni, ci riserviamo di procedere con ulteriori azioni in seno al Consiglio Regionale quando ciò fosse utile o necessario.