Primo, perché sia chiaro: il Piano Particolareggiato non è neppure approvato definitivamente , nonostante l'Amministrazione l'abbia fatto illegittimamente, dovendo poi, comunque, assoggettarsi ad eventuali modifiche o prescrizioni del documento finale di V.A.S. che la regione invierà al comune per essere definitivamente e veramente sottoposto ad approvazione. Quindi potrebbe subire anche importanti modifiche per l'accoglimento di osservazioni che potrebbero inficiare anche l'interezza del progetto stesso con una amministrazione che, prima di vendersi l'approvazione del progetto avrebbe potuto e dovuto votare le osservazioni pervenute e le correzioni apportate, ma attendere il risultato della VAS come prevedono le norme. Invece, in questo modo, l' Amministrazione con l'illegittima approvazione di ieri, rischia di vedersi annullare il provvedimento come ben descritto al comma 4. articolo 4 della legge regionale 32/2012 che così recita: "I provvedimenti di approvazione di piani o di programmi assunti senza la previa VAS o la verifica di assoggettabilità a VAS ovvero in difformità al provvedimento dell'autorità competente sono annullabili per violazione di legge ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del d.lgs. 152/2006 e successive modificazioni ed integrazioni."
Secondo, perché mancano i milioni di euro di finanziamenti pubblici per le opere pubbliche. E a questo si aggiunga che non c'è neppure la certezza della capacità e volontà di investimento dei singoli balneatori, che addirittura confermano e che dovrebbero contribuire con gli oneri di urbanizzazione all'esecuzione delle opere pubbliche. Ma avanti lo stesso! Come se il fallimento dell'imponente "progetto Botta", che pure era precisamente finanziato con risorse pubbliche, non abbia insegnato nulla, anzi.
Terzo, perché a Marzo del 2016 la Corte Europea deciderà se sospendere la proroga alla "direttiva Bolkestein", sulla base del ricorso dei TAR Lombardia e TAR Sardegna, decisione che potrebbe manderebbe all'asta le concessioni demaniali già dal prossimo anno senza attendere il 2020, data concessa dalla proroga del Governo, con buona pace di chi avrebbe il coraggio e la possibilità, magari con mutui bancari da centinaia di migliaia di euro su cui pagare interessi, di accollarsi una previsione di costi che varia dai 450/550.000 € per le spiagge libere attrezzate, a più di un milione per gli stabilimenti. E ciò senza contare l'impegno per i parcheggi pertinenziali e la successiva compartecipazione a quelle per la manutenzione delle aree pubbliche. E, ancor di più, con l'incubo della spietata concorrenza che si verrebbe sicuramente a creare per l'eccesso di offerta di ristoranti e negozi di cui ognuno dovrebbe dotarsi e con cui l'amministrazione giustifica il rientro economico dell'investitore previsto in 10/15 anni. Tutto questo a fronte di un unico soggetto, sicuro di aver partita facile dopo il fallimento dell'altro faraonico progetto fatto di megadarsene e secondecase: la Marinella S.p.A., Società di Monte dei Paschi e Cooperative, che lascia degradare borgo e fattoria, che è riuscita ad arrivare sull'orlo del fallimento e che introiterà milioni per la vendita di un terreno, che nuove delimitazioni della striscia demaniale potrebbero espropriargli e che domani potrebbero essere espropriate a chi, obbligato a comprarsi il terreno retrostante la spiaggia, ne diventerà proprietario, e per le entrate sui parcheggi sulla sua proprietà.
Ecco perché abbiamo votato contro dopo esserci correttamente astenuti nella fase di adozione non avendo avuto, a quel tempo, modo di approfondire e studiare a fondo il progetto. Il cuore avrebbe detto, come hanno detto i Marinellesi: "purchè si faccia qualcosa". La ragione oggi dice: "non possiamo rischiare una altro fallimento". E i presupposti, gufi o non gufi, ci sono tutti.