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De Benedetto (SEL): “Riforma può portare a fine scuola pubblica” In evidenza

Intervento di Nicola De Benedetto, membro della segreteria regionale SEL e responsabile istruzione e formazione - Leggere le dichiarazioni del Ministro all'Istruzione, completamente prive di rispetto nei confronti della scuola pubblica e acqusisirle mentre il governo Renzi propone un finanziamento del tutto illegittimo alle scuole private, è davvero incredibile.

La fortissima fragilità dell' istruzione italiana, già monitorata dall'Ocse e dalla Bce nel più' preoccupante report degli ultimi decenni, scaturita da politiche distorsive e da forti contrazioni degli investimenti, potrebbe risolversi fatalmente, grazie alla riforma di Renzi, nella fine della scuola pubblica, garantita come pilastro imprescindibile della vita democratica dai nostri padri costituenti. Non solo si e' consentito per anni che il personale docente fosse precarizzato, sacrificando la continuità' didattica degli studenti e la formazione degli insegnanti, ma si e' assecondata una declinazione dell'autonomia che ha costretto i dirigenti scolastici ad accedere ai finanziamenti attraverso percorsi sempre più' estranei alla dimensione pubblica e nel presupposto che la mera dimensione numerica degli iscritti  potesse essere l'unico paradigma di successo degli istituti. Oggi, a fronte di questa forte sovraesposizione della scuola a logiche esterne,  derivate da un'ispirazione manageriale che ha prodotto esiti fallimentari in termini di trasmissione di sapere e competenze, si aggiunge la possibilità' di reclutare e licenziare i docenti, in base agli stessi schemi aleatori e aziendalistici che hanno indotto il sistema scolastico italiano al più' rilevante tracollo formativo dell'Unione Europea. Questo dopo aver preventivato il rifanziamento delle scuole private, non aver previsto nessuna revisione dei criteri di valutazione necessaria dopo il fallimento dell'Invalsi e non aver attuato nessun investimento reale nella scuola, nella formazione e nella ricerca. Anzi è notizia di queste ore che il Ministro dell'Istruzione abbia deciso di rimandare la somministrazione dei test Invalsi ( Istituto a lungo commissariato, giudicato inefficace dalla maggior parte del corpo docente e delegittimato costantemente dai pareri Ocse Pisa) per evitare che si sovrapponga allo sciopero unitario degli insegnanti.

Ci stringiamo intorno a tutti i docenti e agli studenti, sicuri che i loro diritti oggi passano dal riconoscimento dei loro diritti insindacabili, tra cui ovviamente quello di respingere leggi e provvedimenti anticostituzionali che limitano la loro libertà d'insegnamento. Sconsigliamo il governo di forzare la mano, perché saremo costantemente con loro. E questa volta non ci fermeremo.

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