Ad oggi, però, la maggioranza degli elettori alle primarie ha sancito, anche in Liguria, la svolta a destra, dal Nuovo Centro Destra agli ex fedelissimi di Forza Italia, quale coalizione a sostegno della Paita per il futuro, il renziano progetto di "partito della nazione", della regione nel nostro caso – afferma Andrea Ornati, Coordinatore provinciale di SEL.
Paita, inoltre, rappresenta la continuità con l'attuale amministrazione, con quel sistema di potere ed interessi rappresentato dal governo regionale uscente, che ha dimostrato la totale incapacità nella gestione e nello sviluppo della Liguria: si pensi, tra le altre, alla sanità, ai trasporti, alle alluvioni, al continuo consumo di suolo.
La sinistra ligure, proprio oggi, ha una straordinaria occasione: unirsi per dar vita ad un vero progetto alternativo di Governo regionale.
Dobbiamo proseguire quel percorso che, da ormai un anno, prima alle elezioni europee, con l'Altra Europa, e provinciali, con l'Altra Spezia, la nascita della "Rete a Sinistra" ligure e, da ultimo, la campagna elettorale a sostegno di Cofferati, ha visto impegnati società civile, giovani, associazioni e movimenti, numerosi amministratori locali indipendenti, partiti della sinistra e forze di sinistra interne al PD, per la costruzione di un progetto alternativo, che pone al centro gli interessi collettivi – salute, lavoro, ambiente, cultura, ecc. – e rifiuta gli interessi particolari, di pochi, che in questi anni hanno caratterizzato e guidato le scelte politiche della Liguria (il Piano Casa su tutte).
Questa nuova fase non deve assolutamente seguire quei percorsi fallimentari fatti di meri cartelli elettorali tra diverse sigle ma, al contrario, dobbiamo sviluppare coerentemente e fino in fondo il progetto della "Rete a sinistra" ed estenderlo verso chi, oggi, non trova una rappresentanza politica, essere punto di riferimento per il mondo dell'associazionismo, i movimenti, le rappresentanze sindacali.
Serve coraggio, il coraggio di mettere da parte le divisioni che ci hanno caratterizzato negli ultimi anni e dar vita ad un nuovo modello che, partendo dalla Regione, sia declinato al locale, ai Comuni e prosegua e si rafforzi anche dopo la tornata elettorale di maggio.
Il coraggio di comprendere che, ormai, la svolta a destra del PD – regionale, locale e nazionale – non potrà essere arginata da scontri interni tra maggioranze e minoranze.
Si è chiusa definitivamente una fase: dobbiamo essere noi, la base, i territori a pretendere che una nuova se ne apra.
Ecco, la Liguria può essere veramente l'esempio ed il "laboratorio" in chiave nazionale da cui ripartire. Le esperienze greche e spagnole ce lo insegnano".