Il nostro consenso è figlio di una stagione di lotte sindacali combattute per riaffermare la democrazia aziendale, che spesso ci è stata negata, a partire da un difficile rinnovo di integrativo, ottenuto con il sacrificio dei lavoratori e con un nuovo protagonismo del sindacato all'interno dell'Azienda.
La strada è ancora lunga e ognuno deve fare il "proprio mestiere", l'Azienda deve proseguire nella sua opera di allargamento del mercato e di innovazione tecnologica dei prodotti e dei processi produttivi, il sindacato deve tradurre i successi aziendali, a cui i lavoratori hanno dato e danno un contributo fondamentale, in maggiore salario e maggiori diritti, ritenendo il citato integrativo solo un primo passo.
Il consenso deriva però anche dalle lotte che la FIOM, insieme alla CGIL, hanno messo in campo negli ultimi mesi, iniziative che hanno restituito a tutto il Sindacato l'autorevolezza e la credibilità che andavano sempre più scemando tra i lavoratori.
Il 12 dicembre ci aspetta un'altra tappa fondamentale del percorso di lotta che stiamo facendo, lo sciopero generale che la CGIL ha indetto insieme alla UIL.
In tal senso è bene ricordare lo stato complessivo dell'industria del nostro territorio, dove Termomeccanica si afferma come una lieta eccezione di un sistema industriale che sta però andando al collasso.
Aziende come Termomeccanica confermano come sia necessario puntare alla qualità e professionalità del lavoro, sull'innovazione tecnologica, invece che puntare alla riduzione dei salari e dei diritti dei lavoratori.
Dobbiamo lottare affinché realtà industriali come Termomeccanica non siano sole e soprattutto non siano lasciate sole a competere nel mercato globale, come invece purtroppo accade; dobbiamo rivendicare un "sistema - Paese" che tuteli e sostenga il proprio patrimonio industriale, così come accade nella spesso citata Germania.
Il 12 dicembre chiediamo ai lavoratori di scioperare e di scendere in piazza anche per questo.