Nonostante che questi temi almeno da quattordici anni siano imposti alla nostra attenzione da alluvioni e frane, la questione del dissesto idrogeologico non compare in nessuno dei tavoli della Città delle idee in programma il 28 e il 29 novembre per iniziativa, lodevole, dell'Amministrazione comunale. Siamo a conoscenza che l'Ordine dei geologici è stato invitato, seppur con un certo ritardo rispetto agli altri Ordini, a partecipare ai tavoli.
Questo invito è un fatto molto positivo. Chiediamo al sindaco e al Comitato promotore uno sforzo in più: mettere al primo posto dell'agenda del nuovo PUC la sicurezza dal rischio idrogeologico. Per sicurezza non intendiamo solo l'organizzazione di una efficiente macchina di protezione civile, che già dà buoni risultati, ma assumere nel nuovo Piano urbanistico misure rigorose che scongiurino cementificazioni di zone prossime agli alvei dei corsi d'acqua, bloccando le costruzioni in zone di nuova esondazione.
Purtroppo dobbiamo denunciare come si siano impiegati quasi tre anni per aggiornare la mappa del rischio idraulico nella nostra zona dopo la terribile alluvione del 25 ottobre 2011 e che l'iter non si sia ancora oggi concluso.
Valutiamo circostanza ancora più grave che diversi sindaci, che dovrebbero essere in prima linea a pretendere che i territori a rischio vengano indicati e vincolati, abbiano fatto da freno alle proposte dell'Autorità di Bacino, sempre più vissuta dai nostri politici, regionali e locali, come un vincolo di cui lentamente sbarazzarsi, riducendone al lumicino il personale tecnico, invece di considerarla una preziosa risorsa per la tutela del territorio e la sicurezza delle popolazione.