Al suo ruolo associativo e civico ha sempre accompagnato l'impegno nella sinistra. E alla sinistra italiana, e alla necessità della sua ricostruzione, ha dedicato il suo ultimo libro, "Non come tutti" (edizioni Cinque Terre), che sarà presentato, a cura del "Centro in Europa" lunedì 3 novembre alle ore 17 a Genova, al Teatrino degli Zingari adiacente alla Comunità di San Benedetto al Porto. Interverranno Vannino Chiti, del Partito Democratico, Pippo Civati, del Partito Democratico, Ciccio Ferrara, di Sinistra Ecologia Libertà, e Massimo Scalia, docente all'Università La Sapienza e membro del Comitato Scientifico di Legambiente. Sarà presente l'autore.
La sinistra, sostiene Pagano, ha rinunciato a essere se stessa, per "essere come tutti". Il libro è una polemica con un altro libro, quello di Francesco Piccolo dal titolo "Il desiderio di essere come tutti", vincitore del Premio Strega 2014. La sinistra, scrive Pagano, "ha usato sempre di più le parole della destra, si è adattata alle sue idee, al suo modo di governare, ai suoi stili di vita". Dal partito di Veltroni a quello di Renzi siamo arrivati a poco a poco, sostiene l'autore, al "partito centrale", che unisce con valori e programmi molto simili destra e sinistra: neoliberismo, leaderismo, cinismo, devastazione dell'ambiente. Si è entrati così in una "emergenza democratica", caratterizzata dalla crisi della democrazia rappresentativa e dal crescente astensionismo. La politica "rinasce se c'è un'alternativa, un conflitto tra destra e sinistra" e la democrazia "vive di lotte e conflitti, deperisce quando vige l'omologazione". Oggi, secondo Pagano, il punto chiave è l'alternativa all'austerity, a cui il libro dedica molte pagine: "non è vero che non c'è un'alternativa, Non come tutti vuol dire esattamente questo".
Il libro si sofferma sul "blocco sociale antiliberista" necessario per la ricostruzione di una sinistra del tutto nuova: "sei milioni di persone, senza l'articolo 18, non sarebbero più protette; otto milioni di persone, soprattutto giovani, sono senza lavoro, ma una terza parte non viene neppure toccata: sono i possessori di grandi ricchezze e di grandi rendite", afferma Pagano, che così continua: "la sinistra nuova deve non solo difendere le conquiste del passato, ma anche battersi per un reddito per tutti, per diritti per tutti, contro l'avversario vero", perché "la lotta non è tra chi lavora e chi no o tra vecchi e giovani, ma, in un'Italia sempre più diseguale, tra chi ha e chi non ha".
Il libro elabora un programma di "riformismo radicale" che Pagano propone a tutta la sinistra, politica e sociale, con l'obbiettivo di dar vita a "un nuovo partito della sinistra". Un nuovo partito che Pagano descrive come "una forza non minoritaria, non semplicemente 'a sinistra del Pd', ma portatrice di un punto di vista autonomo e di un disegno di società", che potrà sorgere solo "da un'osmosi permanente tra politica e società", dall'impegno di lista Tsipras, Sel, Prc, persone di sinistra che sono nel Pd e nel M5S, energie del mondo della cultura, associazioni, movimenti". L'autore conclude così: "Serve un sussulto: tutte le persone di sinistra, dentro, fuori e oltre i partiti, devono impegnarsi per ricostruire la sinistra italiana".