Inoltre la delega richiesta alle Camere prevede la possibilità di de mansionare i lavoratori, privandoli del livello acquisito, e introduce la possibilità di usare mezzi di controllo elettronici per verificare la posizione del lavoratore.
Lo Statuto dei Lavoratori, frutto di uno storico compromesso arrivato a seguito di una stagione di forte protagonismo del movimento dei lavoratori, non può essere cancellato e riscritto senza una discussione in Parlamento che preveda il coinvolgimento delle parti sociali e degli stessi lavoratori.
L'Italia non ha ancora scontato i danni della riforma Fornero ed ora ci viene chiesto di modificare lo statuto dei Lavoratori perché "ce lo chiede l'Europa" ma l'equazione rimane la solita, la promessa di soldi in cambio di diritti sociali. Siamo consapevoli della necessità di modificare lo Statuto dei Lavoratori per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni che spesso si trovano prive di diritti e tutele, perché sottoposte a contratti precari. Siamo consapevoli della necessità di investimenti per far ripartire l'economia del Paese, ma non è cancellando i diritti che si possono raggiungere tali obiettivi. Lo Statuto è patrimonio di tutti i lavoratori, quelli di ieri, quelli di oggi e quelli di domani e non deleghiamo a nessun governo di cambiarlo a proprio piacimento".