Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, già vicepresidente del Parlamento europeo, ha presentato, alla biblioteca Beghi, la campagna internazionale per la liberazione di Marwan Barghouti e di 5000 prigionieri palestinesi, in carcere senza processo e senza accuse, secretate "per ragioni di sicurezza".
L'iniziativa è stata organizzata dal Comitato Dialoghi di Pace in medio Oriente, che comprende il Comune della Spezia, l'Arci, l'Associazione Culturale Mediterraneo, la Caritas e il Gruppo Azione Nonviolenta, e dal Coordinamento Freedom Flotilla. Ha collaborato l'associazione Januaforum. In Italia hanno già aderito il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, la madre di Vittorio Arrigoni Egidia Baretta, Moni Ovadia, don Luigi Ciotti, Gino Strada, uomini politici come Guglielmo Epifani e Nichi Vendola, sindacalisti come Susanna Camusso e Maurizio Landini, registi come Ettore Scola e Citto Maselli. Barghouti fu il primo parlamentare palestinese a essere arrestato. "Non difendiamo un terrorista, Barghouti non ha mai ucciso nessuno, ma un uomo di pace, amatissimo dai palestinesi per il suo impegno contro la corruzione", ha detto la Morgantini. L'appello per la sua liberazione è partito dalla cella di Robben Island, dove scontò i suoi anni di carcere uno dei più grandi simboli di libertà del nostro tempo, Nelson Mandela, per sottolineare come la discriminazione portata avanti per anni da Israele in Palestina nulla abbia di meno di ciò che i neri hanno subito in Sud Africa durante l'apartheid. "Così come il rilascio di Mandela e dei prigionieri anti-apartheid ha aperto la strada alla libertà, pace e riconciliazione in Sud Africa -scrive la moglie di Barghouti, Fadwa- così il rilascio di Marwan e di tutti i prigionieri palestinesi sarà fondamentale per raggiungere questi scopi. La libertà è precondizione di pace". Aderire alla campagna, ha proseguito la presidente di Assopace Palestina, significa anche ribadire alla comunità internazionale e al nostro Governo che l'occupazione della Palestina è stata dichiarata illegale da ben 87 risoluzioni dell'Onu, che il muro costruito in Cisgiordania che attraversa i Territori Palestinesi è stato condannato dall'Assemblea Generale dell'Onu e dalla Corte di Giustizia Europea, e che il Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu ha lanciato un appello in cui si intima a Israele "di fermare tutte le attività di insediamento senza precondizioni e avviare un processo di ritiro di tutti i coloni dai Territori". La Morgantini ha concluso accennando ai "grandi fatti nuovi che stanno accadendo in Palestina", "l'unità tra Fatah e Hamas, con il superamento della lotta fratricida" e "lo sviluppo di forme di resistenza nonviolenta e di disobbedienza civile, che sono atti di estremo coraggio da parte dei palestinesi"; e alle battaglie "delle tante voci critiche esistenti in Israele, nonostante la trasformazione sociale e culturale del Paese provocata dall'immigrazione, russa in particolare". La linea "due popoli, due Stati" è l'unica possibile, anche se la strada è lastricata di difficoltà.