•PRP: uscire dall'impasse, riattivare il confronto
•Ponente: un affaccio a mare per Marola
•Centrale Enel: no al carbone, avviare il percorso verso la dismissione
•Waterfront e Piazza Verdi: la partecipazione come via decisionale
•Cultura: fare rete, coinvolgere i giovani, puntare sulla partecipazione
•Sanità: certezze per il nuovo ospedale, riduzione degli sprechi e non dei servizi, basta con la penalizzazione di Spezia da parte della Regione
•Un'azienda speciale per l'acqua pubblica e nuove forme di gestione dei
rifiuti
•Trasparenza: regole chiare per evitare la lottizzazione
Se troveremo risposte concrete, convincenti, in cui riscontreremo sintonia su tutto il complesso delle nostre proposte continueremo a far parte della coalizione, viceversa passeremo all'opposizione. Quello che è certo è che non potremmo accontentarci di promesse generiche.
LA CITTÀ DEL FUTURO: LA SFIDA E LE IDEE DI SEL
Attuazione del PRP: uscire dall'impasse, riattivare il confronto
La conformazione del Golfo, la vicinanza delle abitazioni alle banchine portuali, gli spazi logistici limitati impediscono strutturalmente la costruzione di un super porto. Il porto costituisce un pezzo importante dell'economia cittadina ma rincorrere sogni di gigantismo è sbagliato e velleitario. Il Golfo dei Poeti, uno dei più belli del Mediterraneo, rappresenta sicuramente un'occasione di sviluppo straordinario per il nostro territorio, ma solo se si sarà capaci di puntare su una pluralità di vocazioni: non solo quella portuale ma anche quella dell'industria cantieristica e, soprattutto, quella del turismo sostenibile e della cultura.
Sinistra Ecologia Libertà chiede al Comune di esercitare il suo ruolo di garanzia e controllo della pianificazione. La situazione di stallo che dura da anni non giova a nessuno: il PRP del 2006 non è perfetto ma va nella direzione della ricerca di una sintesi fra esigenze lavorative ed esigenze ambientali. La politica deve percorrere questa strada, uscendo dall'impasse di questi anni, riattivando il confronto e facendo funzionare il Tavolo Tecnico Permanente.
Ponente: un affaccio a mare per Marola
Sel si batte per garantire il giusto affaccio a mare al borgo storico di Marola. Serve un "Piano regolatore delle aree portuali", per reagire sia alla morte lenta della fabbrica arsenalizia, sia alla lentezza del processo che punta a liberare aree militari per i cittadini e per nuove vocazioni economiche.
Centrale Enel: no al carbone, avviare il percorso verso la dismissione
L'AIA poteva essere l'occasione per stabilire un percorso che prevedesse parametri più stringenti sulle emissioni (chiusura del gruppo a carbone).
Purtroppo il carbone continua a bruciare; inoltre nessuna concreta prospettiva di dismissione della Centrale è stata delineata.
Sel chiede al Comune di impegnarsi per: fermare il consumo di carbone; avviare il percorso di dismissione; proseguire e ampliare le indagini epidemiologiche, per capire meglio di quanto non si sia fatto finora le relazioni tra i fattori inquinanti e le malattie.
Waterfront e Piazza Verdi: la partecipazione come via decisionale
Il decisionismo ha in realtà portato all'impasse su più fronti: Piazza Verdi, PRP, Waterfront. Sel chiede un cambio di rotta. Le tante associazioni e comitati, in cui si manifesta una grande ricchezza di impegno e solidarietà, devono essere valorizzate e sostenute; bisogna trovare spazi e momenti istituzionali di consultazione e coinvolgimento.
Considerare la partecipazione dei cittadini alle scelte che la città è chiamata a compiere come un elemento di disturbo, da guardare con diffidenza se non proprio da osteggiare, non è solo sbagliato ma anche inefficace sul piano pratico: la partecipazione è l'unica via per una buona decisione. Grazie ad una collaborazione tra cittadinanza attiva e Istituzioni e a pratiche negoziali per la ricerca di soluzioni condivise si potranno tracciare le linee per costruire insieme una città migliore.
Sel chiede da subito l'apertura di processi partecipativi attorno alle questioni della trasformazione di Piazza Verdi e della realizzazione del progetto del Waterfront.
Cultura: fare rete, coinvolgere i giovani, puntare sulla partecipazione
La cultura è a rischio, anche a Spezia. Diminuiscono i fondi pubblici, le sponsorizzazioni, i contributi della fondazione bancaria. Il rischio è la riduzione delle attività, della progettualità, dell'immissione di giovani e di pensieri nuovi. La crisi deve diventare un'opportunità per un cambiamento coraggioso. Tre gli obbiettivi a cui tendere: la rete/alleanza tra territori e tra istituzioni, contro ogni campanilismo e particolarismo; il coinvolgimento dei giovani, con il Centro Allende e l'attuale sede dell'Università trasformati in centri polifunzionali a disposizione dei giovani e dell'economia creativa; la partecipazione, la costruzione condivisa di cultura: i musei, i teatri, le biblioteche devono essere sempre più luoghi sociali e inclusivi, che non si limitino ad offrire attività culturali ma si aprano alla voglia di fare dei cittadini, dei gruppi, delle scuole, coinvolgendoli nelle scelte decisionali.
Sanità: certezze per il nuovo ospedale, riduzione degli sprechi e non dei servizi, basta con la penalizzazione di Spezia da parte della Regione
Sel apprezza il fatto che il progetto del nuovo ospedale provinciale al Felettino veda proseguire il suo percorso, ma esprime preoccupazione perché non tutte le risorse finanziarie sono nella disponibilità della Regione. In particolare, non sono affatto certe le risorse previste con l'alienazione dell'attuale ospedale Sant'Andrea. Ribadiamo che è necessario arrivare al più presto alla presenza nella nostra provincia di una rete ospedaliera fondata sul nuovo Felettino come ospedale per le emergenze con un Dea di secondo livello e sul San Bartolomeo di Sarzana come ospedale per l'elezione e polo riabilitativo.
Sel ritiene necessario eliminare gli sprechi e razionalizzare la spesa nella sanità, ma partendo dal principio fondamentale che tutto ciò non deve essere fatto con una riduzione della qualità e quantità dei servizi e sulle spalle dei lavoratori del settore. La Regione deve svolgere un ruolo guida per la riqualificazione dell'offerta sanitaria, attraverso un coinvolgimento dei territori e delle organizzazioni sindacali e dei cittadini. La sanità spezzina è fortemente penalizzata all'interno della Regione: è necessario invertire tale tendenza potenziando gli organismi sanitari operativi, valorizzando le competenze interne e bloccando i processi di esternalizzazione e privatizzazione. Occorre che l'attenzione non sia soltanto rivolta ai bilanci e alla rete ospedaliera ma che si torni con forza a porre come prioritari il territorio, le cure a domicilio e la prevenzione.
Un'azienda speciale per l'acqua pubblica e nuove forme di gestione dei rifiuti
I referendum hanno espresso una chiara visione politica: nessun passo indietro sui beni comuni. L'acqua è un bene comune: è radicalmente incompatibile con la vendita e il profitto e deve essere collocata fuori dal commercio perché appartiene a tutti e non può essere privatizzata. La tutela di questa indicazione politica va garantita nella pur difficile situazione di Acam. Acam acque resterà pubblica: va avviato un percorso che deve portare alla costituzione di un'azienda speciale pubblica. Oggi la situazione di Acam è ancora molto grave. La ristrutturazione ha bisogno di un serio piano industriale, soprattutto per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, che purtroppo manca ancora.Il piano deve basarsi su nuove forme di gestione dei rifiuti, non su discariche e incenerimento. Questo nuovo piano industriale dovrà raccordarsi con un analogo piano regionale, per evitare duplicazioni di impianti e di siti. Eventuali aggregazioni con altre realtà pubbliche regionali operanti nel settore ambientale potranno essere utili solo in questo quadro.
Trasparenza: regole chiare per evitare la lottizzazione
La trasparenza sulle nomine degli amministratori e dei dirigenti delle aziende partecipate è un tema prioritario. La nomina degli amministratori e dei dirigenti delle aziende pubbliche
costituisce un momento importante per un Comune e per i suoi cittadini. Agli amministratori e ai dirigenti nominati viene infatti consegnata la responsabilità di gestire servizi per tutta la comunità. Il motivo per cui le nomine di quei vertici sono state riservate dal legislatore alla politica è
soltanto perché venga perseguito l'interesse generale. Oggi conta principalmente l'appartenenza a questo o a quel partito o a questa o a quella corrente, in applicazione di un mero criterio di spartizione. Non si può continuare ad agire così, ora più che mai: la politica per porsi come credibile strumento di risoluzione dei problemi deve essere irreprensibile nelle pratiche e nei comportamenti.
Proponiamo che l'unico criterio per le nomine sia quello delle competenze, e che regole chiare obblighino il Sindaco o i Sindaci, nel caso di società in cui ci sono più Comuni soci, a scegliere sulla base esclusivamente di questo criterio. Sel chiede con forza l'abbandono di ogni pratica di lottizzazione delle nomine per garantire alla città il massimo di efficienza e di risultati.