Erano presenti, tra gli altri, gli assessori Alessandro Pollio (Comune della Spezia), Massimo Baudone (Comune di Sarzana) e Michele Fiore (Comune di Lerici), esponenti di Pd, Sel e Rifondazione Comunista e di comitati e associazioni, da Legambiente al Comitato di Piazza Verdi a quelli del Levante cittadino. Giorgio Pagano, Stefania Gatti e Marco Grondacci, a nome degli organizzatori, hanno criticato il decisionismo e l'elitismo oggi di moda, proponendo, anche a livello locale, la concezione della democrazia come conflitto, confronto, negoziato per la ricerca di soluzioni condivise. Antonio Floridia e Alessandro Mengozzi, rappresentanti delle Regioni Toscana ed Emila-Romagna, hanno illustrato le rispettive leggi regionali sulla partecipazione e le principali esperienze svolte in attuazione delle leggi. "La legge toscana -ha spiegato Floridia- ha avuto due obiezioni, quella movimentista per cui la partecipazione è solo conflitto, e quella della politica che teme che la partecipazione complichi troppo la decisione". In realtà, ha aggiunto, "la partecipazione ha un problema di legittimazione democratica, deve passare attraverso le regole", mentre "il decisore politico da solo non ce la fa, è cieco; la prudenza e la saggezza esigono il coinvolgimento e il confronto tra tutti i punti di vista". Sia i comitati e le associazioni che la politica, ha concluso Floridia, "devono mettersi in gioco, promuovendo processi partecipativi e accettando il rischio di una soluzione condivisa che sia diversa da quella originaria di ciascuno" Mengozzi ha spiegato i meccanismi della "governance partecipata" in Emilia-Romagna: regole che garantiscano il massimo di inclusione e di imparzialità, tempi certi dei processi partecipativi (massimo 6-9 mesi), negoziazione tra gli attori, ricerca di soluzioni condivise, decisione finale delle istituzioni, di cui esse devono rendere conto pubblicamente. Molti gli interventi, tra cui quelli dei rappresentanti delle istituzioni. L'assessore spezzino Pollio ha illustrato due percorsi partecipativi avviati di recente a Melara e al Termo e a Pagliari: nel primo è in discussione con gli abitanti "la riqualificazione di aree e tratti stradali, per migliorarne la mobilità, l'accessibilità e la sicurezza"; nel secondo "l'individuazione di soluzioni che possano armonizzare il nuovo insediamento produttivo nel settore nautico con le esigenze ambientali e di qualità della vita nel quartiere". Pollio ha inoltre annunciato "un ampio dibattito in città per individuare un modello che sappia adeguatamente sostituire le decadute Circoscrizioni". L'assessore sarzanese Baudone ha parlato di Sarzana come di una "realtà vivace sotto il profilo partecipativo", citando le consulte territoriali e i comitati sorti su tematiche specifiche; a Sarzana, ha aggiunto, "abbiamo la grande sfida del nuovo Piano Urbanistico, che si baserà su un grande confronto con cittadini e associazioni". Pagano e Grondacci, concludendo i lavori, hanno ribadito che solo la partecipazione può consentire il superamento della contrapposizione istituzioni-comitati e della crisi in atto della democrazia rappresentativa, "che si salva e si rinnova solo se si intreccia con la democrazia deliberativa e partecipativa". "Il decisore politico -hanno aggiunto- agisce bene non se c'è concentrazione del sapere, ma diffusione e valorizzazione del sapere diffuso in un quadro di rispetto delle regole e delle procedure". Tutti devono assumersi responsabilità: "sbaglia il comitato quando pretende che il percorso vada in una certa direzione, ma sbaglia anche il Comune quando vuole la stessa cosa". Pagano, Grondacci e Gatti, infine, hanno insistito sulla richiesta che la Regione Liguria si doti anch'essa di una legge sulla partecipazione. Alla Regione, non presente al convegno, verrà reiterata la proposta di dar vita a un gruppo di lavoro per la legge regionale ligure, in cui le tre associazioni sono disponibili a impegnarsi.