"Il raddoppio delle tariffe ferroviarie nelle Cinque Terre deciso in autonomia dalla Giunta Regionale senza degnarsi di cercare una convergenza con i diretti interessati, condannerà il territorio a essere percepito nel brevissimo periodo come una trappola per turisti e rapidamente declinerà perdendo reputazione, divenendo luogo privo di interesse adatto solo per grandi gruppi organizzati. Una decisione non condivisa, presa senza ascoltare gli operatori e imposta alle aziende locali senza appelli e possibilità di discussione".
Lo dichiara, a margine del presidio organizzato a Genova dalle realtà turistiche delle 5 Terre, il consigliere regionale del M5S Paolo Ugolini, che la settimana scorsa aveva convocato la Commissione competente per audire comitati e associazioni.
"Ormai lo hanno capito tutti – a eccezione di Toti evidentemente – che la mobilità verso e tra i cinque paesi con il treno è la più praticata e conosciuta, ideale per un Parco Nazionale antropizzato: di fronte a cifre vergognose, i turisti, informati su tariffe così alte, ci faranno una bella pernacchia e inevitabilmente l'effetto "tourist trap" sarà percepito anche dai turisti maggiormente motivati".
"A chi si ostina a non capire, suggeriamo di ragionare su un esempio pratico. Una famiglia di 4 persone che decide di visitare Vernazza e Manarola; di cenare poi a Riomaggiore e infine di tornare in albergo alla Spezia, per il costo del trasporto ferroviario spenderà 160 euro. Se il giorno seguente decidesse decidere di visitare anche Corniglia e Monterosso, il costo aumenterebbe di altri 120 euro. Morale: a quella famiglia la visita alle Cinque Terre costerebbe 280 euro. È solo un esempio, facilmente ripetibile per chi dorme a Levanto o a Sestri Levante oppure a Santa Margherita, persino con importi superiori. È normale? No. Possiamo ipotizzare che i turisti sceglieranno mete più economiche? Sì, con buona pace degli operatori turistici locali che così vedranno sfumare il lavoro di anni".
"Toti si è fatto bello offrendo i treni gratis agli studenti senza avere le risorse nel bilancio. E allora cosa si inventa? Di trasformare il comparto turistico spezzino (e i turisti faticosamente conquistati) in bancomat. Siamo alla follia e francamente è ora di dire basta", conclude Ugolini.