"Il rischio di una chiusura del Cinema Il Nuovo va scongiurata senza se e senza ma perché si tratta di un vero e proprio presidio sociale e culturale per la nostra città, l'ultima sala cinematografica presente nel centro storico con una programmazione di qualità e migliaia di spezzini da sempre affezionati spettatori", affermano i gruppi consiliari Partito Democratico, LeAli a Spezia, Spezia Bene Comune, Avantinsieme + Europa.
"Per questo - continuano - era lecito attendersi ben altra posizione da parte del Sindaco che ha incontrato la Fondazione Cesare Pozzo, proprietaria dello stabile del Nuovo, che pochi giorni fa ha comunicato lo sfratto dei locali al Club Pietro Germi diretto da Silvano Andreini e dai suoi preziosi collaboratori. Nel comunicato freddo e burocratico diramato al termine dell'incontro, Peracchini, che ogni tanto dovrebbe ricordarsi di essere anche Assessore alla Cultura, ha indossato ancora una volta i panni comodi di Ponzio Pilato, scaricando di fatto Il Nuovo "colpevole" di non avere un contratto regolare di affitto con la C. Pozzo. Peccato che il primo cittadino si sia dimenticato deliberatamente di rimarcare che era stato stipulato a suo tempo un contratto ventennale tra il Cinema e l'Unione Fraterna, ente precedentemente proprietario dell'edificio di via Colombo, prima che lo stesso cedesse lo stabile alla Fondazione milanese. Peracchini si è dimenticato anche un altro fatto: che Il Nuovo in questi anni ha tentato più e più volte di avviare un rapporto costruttivo con la nuova proprietà dello stabile, non riuscendo ad avere alcun riscontro di sorta nè una proposta di contratto di locazione seria ed accettabile. Al Sindaco tutto questo pare non interessare, ma anzi sembra addirittura che voglia "difendere" la Cesare Pozzo a discapito del Nuovo".
"Noi invece continuiamo la nostra azione di pieno sostegno a Silvano, Vania e Roberto, infaticabili gestori del Nuovo, ed insisteremo anche in seno alle commissioni consiliari che abbiamo richiesto perché si trovi una soluzione alla vicenda. Al Sindaco chiediamo di impegnarsi in prima persona ed a non lavarsene le mani per addivenire ad una composizione tra le parti nell'interesse della città e del suo tessuto culturale: un tessuto oggi sempre più impoverito dalla chiusura di realtà come il Circolo Fantoni ed altre dove la responsabilità del Comune non è stata certamente marginale", concludono i gruppi consiliari.