Dopo diversi anni si è arrivati alla definizione della nuova convenzione socio-economica fra il Comune della Spezia ed Enel produzione, la cui validità è subordinata all'approvazione da parte del Consiglio Comunale.
È un accordo ampio, che tratta i temi del bilancio ambientale complessivo della città, attraverso strumenti che consentiranno di migliorare l'efficienza energetica pubblica e privata, favoriranno la mobilità elettrica e agevoleranno il ricorso alla produzione di energia da fonti rinnovabili, quello della salute pubblica, mediante il finanziamento delle ulteriori fasi dello studio epidemiologico in corso, e la riqualificazione urbana delle periferie.
Prevede poi la promozione di iniziative tese a diffondere sul territorio le migliori metodologie di sicurezza sui luoghi di lavoro, coinvolgendo istituzioni, imprese e organizzazioni sindacali, e impegni per favorire la qualificazione e specializzazione delle imprese locali operanti nell'ambito delle attività del settore energetico, con il conseguente ampliamento dei livelli occupazionali.
Sinistra Ecologia Libertà tuttavia esprime la propria netta contrarietà alla parte della convenzione ove si promuove un progetto per la realizzazione di una rete di teleriscaldamento nel territorio comunale; ritiene infatti che debba essere evitata ogni ipotesi di integrazione strutturale della centrale termoelettrica con i servizi urbani, pubblici o privati, tale da rendere indissolubile la permanenza dell'impianto sul nostro territorio.
SEL crede inoltre opportuno che la composizione del previsto Osservatorio permanente di valutazione degli effetti ambientali della centrale debba essere integrata con rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
Per quanto attiene all'attuale assetto della centrale, in coerenza con gli impegni nazionali ed europei volti alla riduzione dell'utilizzo delle fonti fossili, SEL ritiene che si debba incominciare a ridurne l'utilizzo per poi arrivare a chiudere il gruppo a carbone.
Il traguardo, conseguentemente a quanto ribadito nel programma elettorale del Sindaco Federici, deve essere quello della completa dismissione della centrale; sarà quindi determinante quanto verrà definito nel prossimo piano energetico nazionale, dove si dovrà necessariamente tenere conto che il futuro della produzione elettrica non è più basato sulle vecchie centrali termoelettriche, come la nostra, ma si gioca nel campo delle energie rinnovabili.
In questi prossimi anni si dovranno porre le condizioni affinché la dismissione dell'impianto non comporti problemi occupazionali ma apra la concreta prospettiva di un diverso e migliore sviluppo economico del territorio; la chiusura della centrale renderà possibile la riqualificazione ambientale del Levante, la riconversione produttiva sostenibile delle aree a terra e l'utilizzo a fini turistici degli spazi liberati lungo la linea di costa.
La costruzione del nuovo modello di sviluppo spezzino passerà inevitabilmente da qui; la città, e i partiti che la rappresentano nelle istituzioni, devono affrontare senza indugio questa sfida.
Giulio Cavatorti
Coordinatore provinciale SEL