“Sono meravigliata dalla presa di posizione di Peracchini che parla di ritardi e di emergenze per un impianto che non è mai stato autorizzato. Ricordo che Peracchini non è solo il sindaco della città capoluogo, ma anche il presidente della provincia, e come tale dovrebbe tutelare le istanze di tutto il territorio, non soltanto di una parte", così in una nota il sindaco di Santo Stefano Paola Sisti.
"Come Comune di Santo Stefano, insieme al Comune di Vezzano, abbiamo sempre osteggiato non l’impianto in sé o la sua tecnologia, ma il luogo di insediamento. Abbiamo sempre chiesto alla comunità provinciale di valutare un altro sito, diverso da quello di Saliceti, che, ricordo, non è presente in nessuna programmazione, tant’è che abbiamo vinto il ricorso al TAR.
Il Biodigestore, comunque, andrebbe oltre il fabbisogno della provincia spezzina, che è di 30 mila tonnellate di rifiuti, mentre nel nuovo impianto ne confluirebbero 90 mila. Evidentemente secondo Peracchini il nostro territorio dovrebbe farsi carico dei rifiuti di tutta la Liguria. Credo invece che il nostro territorio, la piana del fiume Magra, abbia ampiamente assolto i suoi doveri nei confronti della comunità provinciale, essendo già sede di un impianto di rifiuti. Per non parlare di quanto un nuovo impianto complicherebbe ulteriormente la nostra viabilità, già al limite.
Mai la comunità provinciale si è fatta carico di mettersi intorno a un tavolo per studiare una viabilità alternativa a quella della Cisa che è una strada che soffre pesantemente e che peggiorerebbe ulteriormente con il Biodigestire. Ad aggravare ulteriormente questa situazione critica, sarà anche il ponte Ceparana – Santo Stefano.
Alla luce di queste considerazioni, rivolgo queste domande al sindaco Peracchini: “Non le pare che questo territorio, quello che insiste nei Comune di Santo Stefano e Vezzano, abbia già fatto ampiamente la sua parte? Non si sente la responsabilità etica e morale, in quanto presidente della Provincia, di dover individuare un sito diverso e risparmiare un territorio già abbondantemente vessato? Perché, sapendo che ad oggi non esiste un’autorizzazione all’impianto, ha chiesto il finanziamento del PNRR senza tenere minimamente conto della sentenza del TAR?”
Infine, sappiamo che il Biodigestore porta con sé un grosso rischio: l’inquinamento delle falde acquifere che danno da bere a 150 mila spezzini. Seppur lontano e lontanissimo, questo rischio esiste e l’ultima domanda che rivolgo a Peracchini è: In un tempo come questo, in cui c’è un’emergenza gas, energetica ma anche un’emergenza acqua, non varrebbe la pena tutelare il più possibile le nostre falde acquifere? Ci pensa alla salute dei suoi concittadini?
Mi piacerebbe che la discussione avvenisse non solo sui giornali ma anche intorno a un tavolo alla presenza dei sindaci, per comprendere le ragioni di tutti. Peccato che sono consapevole che questo non avverrà mai.
Attendo il Consiglio di Stato. Io ho massima fiducia nella magistratura. Vediamo come andrà a finire”.