“Impegnare il presidente della Regione Giovanni Toti a ritirare prima del 30 giugno l’appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Liguria, che ha dichiarato nullo il progetto di biodigestore a Saliceti. Cancellare l’impianto dalla bozza di nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, che tenta di far rientrare dalla finestra ciò che i giudici hanno bocciato. Fare tesoro dei moniti del Ministero della Transizione ecologica, che ha già censurato il nuovo Piano Rifiuti della giunta Toti perché non limita il consumo di suolo nel dotarsi di nuovi impianti (ad esempio riutilizzando aree industriali dismesse), non presta attenzione alle criticità sismiche, idrogeologiche, non tiene conto dell’assenza in Liguria di un Piano del rischio alluvioni in violazione della direttiva UE del 2010”.
Sono le richieste che i comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune e le associazioni Italia Nostra e Cittadinanzattiva hanno presentato nel corso di un’audizione in sede di conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale ligure. L’audizione è stata convocata dal presidente dell’assemblea regionale Gianmarco Medusei su richiesta dei movimenti, che continuano la battaglia per scongiurare il progetto di Iren.
All’incontro hanno partecipato tutti i capigruppo consiliari ad eccezione di Cambiano con Toti. Oltre a Medusei e ai capigruppo di Lega e Fratelli d’Italia, erano presenti i consiglieri spezzini Davide Natale, Roberto Centi, Paolo Ugolini. La delegazione ecologista era composta da Teresa Maio, Demetrio Macheda, Luca Raimondi, Gabriele Moretti, Lanfranco Pambuffetti e Carlo Ruocco.
"Abbiamo sottolineato - spieano i Comitati - come il ricorso della Regione al Consiglio di Stato è un atto politico del presidente Toti. Per questo chiediamo un impegno politico bipartizan delle forze più popolari del Consiglio regionale per convincere il presidente a recedere dall’accanirsi contro il nostro territorio. E’ stato portato l’esempio del Tigullio. A Isolona era previsto nel 2018 un piccolo biodigestore (19.000 tonnellate di Forsu): è stato cancellato dal Piano, perché progettato a duecento metri dal Rio Orero".
“Nessuno ha accusato i sindaci del Tigullio di essere Nimby. Eppure là non hanno alcun impianto”- osservano i comitati - "A Saliceti, dove esiste già un TMB da 105.000 tonnellate al servizio di Genova, ci si ostina su un progetto di digestore di organico da 120.000 tonnellate (fonte Iren Ambiente), quattro volte superiore il fabbisogno spezzino, sulla falda del fiume Magra, in zona sismica e a rischio alluvione".
Proseguono i Comitati: "Tutti i gruppi politici presenti si sono impegnati ad avviare un confronto in Regione per giungere a una composizione politica della vertenza Saliceti senza delegare ancora ai giudici.
Per tre anni chi governa la Provincia e la Regione ha ripetuto che il Progetto di biodigestore a Saliceti proposto da Recos-Iren con la procedura speciale di PAUR era una questione tecnica.
I Comuni hanno eccepito la violazione della pianificazione provinciale e regionale, che prevede un impianto di dimensioni più ridotte a Boscalino con la bonifica dell’area occupata dal vecchio inceneritore. I comitati hanno portato una grande messe di criticità ambientali: non ultime i gravi rischi idrogeologici e sismici del sito di Saliceti; la violazione della direttiva UE sul rischio alluvioni, che vede la Liguria inadempiente. Sono rimasti tutti inascoltati.
I Comuni hanno fatto ricorso al TAR. Per due anni Toti e Giampedrone hanno ripetuto: Deciderà il TAR. Quando i giudici hanno deciso, il presidente Toti è andato a rimorchio di Iren e ha presentato appello al Consiglio di Stato senza neppure consultare gli alleati. Il presidente della Provincia Peracchini si è accodato".
I comitati accusano: “Quando i territori sono i ricchi comprensori di Portofino e del Tigullio, Toti ascolta i sindaci del luogo. Quando si tratta del territorio spezzino ascolta Iren. Da qui l’appello alle forze più schiettamente popolari del Consiglio regionale e provinciale affinché cessi l’accanimento di Genova contro Spezia".