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Del vaccino al figlio di Peracchini probabilmente si parlerà in tribunale In evidenza

di Elena Voltolini - Il primo cittadino: "Vergognosa violazione della privacy e strumentalizzazione. Userò la registrazione del Consiglio comunale per tutelarmi". Pecunia: "Agirò anch'io. Intanto non la chiamo più sindaco".

La questione della sostituzione della marca di vaccino somministrata al figlio del sindaco Peracchini e delle presunte pressioni fatte dal primo cittadino nei confronti dei vertici di ASL 5, adombrate in un articolo de “Il Fatto Quotidiano”, torna ad essere discussa nel Consiglio comunale della Spezia.

Dopo il question time della seduta del 31 gennaio, della cui risposta l'opposizione non si era ritenuta soddisfatta, e dopo l'audizione in Commissione dei vertici di ASL 5, Federica Pecunia e Paolo Manfredini (Gruppo Consiliare Spezia Riformista), Marco Raffaelli (Partito Democratico), Franco Vaira (AvantInsieme), Guido Melley e Roberto Centi (LeAli a Spezia) hanno presentato una mozione per chiedere al sindaco di “fare chiarezza sulla vicenda del vaccino”, come si legge nell'oggetto della mozione stessa.

 

La mozione chiedeva di impegnare il sindaco “a chiarire in aula e in modo definitivo la sua posizione in merito alle procedure seguite per la somministrazione del vaccino al proprio familiare e, soprattutto, a rassicurare la cittadinanza che non vi sono vaccini più o meno sicuri ed efficaci tra quelli che sono disponibili” e “a chiedere conto ad ASL5 dell’operato del personale dirigente coinvolto nella vicenda, approfondendo pubblicamente i risvolti riportati a mezzo stampa delle presunte comunicazioni avvenute”.

A prendere la parola per presentare la mozione è la Consigliera Federica Pecunia, che ricostruisce la vicenda, per come è stata riportata, lo ribadisce, dalla stampa: “Il 13 dicembre 2021 il sindaco si sarebbe presentato in un hub vaccinale della provincia per chiedere di modificare il booster somministrato ad un parente prossimo. Ma il cambio sembra fosse già all'attenzione della ASL. Alla richiesta del cambio del vaccino, però, pare che la direttrice dell'hub avesse negato il consenso. Poi il medico vaccinatore avrebbe proceduto alla sostituzione, affermando di averlo fatto senza subire pressioni”.

Sottolinea Pecunia: “La vicenda non è personale, è istituzionale e sanitaria. Abbiamo quindi richiesto la convocazione dei dirigenti di ASL 5 e abbiamo chiesto anche gli atti ufficiali ad ASL, ma le mail ci sono state negate per ragioni di privacy. ASL, comunque, non ha smentito l'esistenza di uno scambio di mail con il sindaco. Il sindaco, quindi, si sarebbe rivolto alla dirigenza di ASL e non avrebbe seguito l'iter come devono fare tutti gli altri pazienti. C'era una richiesta medica che sottintendeva la necessità di cambiare vaccino? E' vero che spesso i medici vaccinatori decidono quale sia il vaccino migliore, caso per caso, ma questo non ci pare sia quanto accaduto in questa vicenda”.

Conclude la Consigliera: “Il sindaco ha obblighi e doveri nei confronti dei cittadini. Lei deve chiarire nelle sedi istituzionali, non sulla stampa”.

Chiede subito la parola il sindaco Peracchini, che afferma: “E' vergognoso che si legittimi la violazione della privacy e si strumentalizzi la vicenda, insinuando cose false. Userò questa registrazione per tutelare la mia persona e la mia famiglia. Dal primo giorno della pandemia sono stato in contatto con ASL per aiutare i miei concittadini, siamo stati i primi a fare un Covid hotel, e abbiamo fatto molto per cercare di contenere l'epidemia. Ogni giorno mi sono adoperato, con ASL, a questo scopo. Visto che si insiste con le insinuazioni mi tutelerò nelle sedi opportune”.

“Sedi opportune” alle quali si rivolgerà anche la Consigliera Pecunia, che ribatte: “Quello del sindaco è un atteggiamento sgarbato. Io non ho minacciato nessuno, lei non dovrebbe farlo; lei persegua i suoi fini legali, io perseguirò i miei. Da ora in avanti non la chiamo più sindaco, la chiamerò Peracchini. Io non le ho mai mancato di rispetto, lei ha avuto un atteggiamento intimidatorio imperdonabile. Lei non solo non risponde ma minaccia”.

Nel merito della questione, sono stati solo due gli interventi dei Consiglieri comunali.

Tra i firmatari della mozione ha chiesto la parola il Consigliere Franco Vaira: “Come AvantInsieme siamo sempre stati cauti su questa vicenda e abbiamo cercato di non entrare nell'ambito personale, non abbiamo aderito neanche al comunicato stampa che era stato fatto dalle altre forze di opposizione. Perchè abbiamo firmato questa mozione? Io mi sono sentito preso in giro dalle dichiarazioni fatte dai vertici di ASL 5 in Commissione consiliare. E' stato da loro sostanzialmente detto che chiunque può chiamare la direzione di ASL in caso di dubbi sulla vaccinazione e che c'è un tavolo di regia per affrontare un singolo caso. Io, che da tanti anni sono medico, non posso ascoltare queste parole. Se ogni persona facesse riunire questo tavolo di regia la ASL sarebbe paralizzata. Il problema in questo caso è che il sindaco non è un cittadino qualunque”.

“Noi, con questa mozione - continua - abbiamo legittimamente ed umilmente chiesto chiarezza perchè crediamo sia legittimo che il sindaco chiarisca al suo Consiglio comunale come sono andate le cose. Da parte mia non c'è accanimento nei confronti del primo cittadino e neanche strumentalizzazione, ma ho aderito alla mozione perchè credo che sia legittimo che chiarisca in questa sede. Lei, con le parole di prima, ha assunto un tono che non è quello di un sindaco di un Paese democratico".

E conclude: “Vorrei sentire qualche consigliere di maggioranza, che invece tace”.

A prendere la parola dalla maggioranza è solo il Consigliere Emanuele Corbani, che afferma: “Secondo Pecunia la questione non sarebbe stata discussa in sede istituzionale, ma c'è stata l'audizione della ASL. Quello che vorrei sottolineare, invece, è che c'è stato un probabile furto di comunicazioni riservate. Ritengo che politicamente la vicenda non abbia rilevanza e credo non abbia nessun interesse per gli spezzini. La mozione per me è totalmente inammissibile, nel merito e nel metodo”.

“Mi aspettavo un dibattito che non c'è stato”- chiosa Pecunia, che aggiunge – E' grave come e con quali strumenti il sindaco avrebbe agito. Inoltre le sue dichiarazioni hanno creato inquietudine nei cittadini, che sarebbero stati portati a pensare che un vaccino fosse migliore di un altro, ed è quello di cui lei non si è reso conto. Fosse stato per me sarei venuta in aula e le avrei chiesto le dimissioni”.

Con 8 voti a favore, 17 contrari ed 1 astenuto, la mozione è respinta.

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