«E' iniziata la discussione della risoluzione parlamentare sulle Iniziative per la dismissione della centrale a carbone E. Montale della Spezia, della quale mi sono fatta promotrice. Ringrazio i colleghi parlamentari per la loro collaborazione. Questa risoluzione è molto importante per la nostra città, perché impegna il governo a "garantire la rapida e definitiva dismissione dell'impianto della centrale E. Montale di La Spezia-Vallegrande, escludendo anche una sua riconversione a gas o ad altro combustibile fossile". Ci auguriamo che venga approvata al più presto». Dichiara in una nota la parlamentare spezzina Manuela Gagliardi, riguardo al percorso di cui l'atto parlamentare sul futuro del sito termoelettrico di Vallegrande è oggetto.
La risoluzione è stata sottoscritta da tutti i deputati liguri delle varie forze politiche, direttamente o tramite i referenti del loro gruppo parlamentare: Manuela Gagliardi, Lorenzo Viviani, Raffaella Paita, Luca Pastorino, Alessio Butti, Roberto Bagnasco, Stefania Pezzopane, Maurizio Lupi, Roberto Traversi, Rossella Muroni. Si è svolta la prima seduta di analisi e confronto, a questa ne seguiranno altre. L'obiettivo è quello di dare seguito alle istanze del territorio, innanzitutto a quella del consiglio comunale della Spezia che ha espresso in maniera ufficiale la sua contrarietà a una riconversione in impianto a turbogas del sito termoelettrico cittadino e anche all'utilizzo di qualsiasi fonte fossile per alimentare la centrale.
«Il futuro dell'impianto Enel spezzino è un tema strategico per lo sviluppo della nostra città, perché per oltre sessant'anni il sito è stato attivo, bruciando carbone – aggiunge la deputata – Adesso, come era previsto, il gruppo a carbone di Vallegrande ha cessato di funzionare. Nel mentre però è conclusa anche la procedura di Via sul progetto di Enel relativo all'impianto a turbogas, che ha avuto esito positivo da parte dei Ministeri della Transizione Ecologica e dei Beni Culturali. A questo punto è molto importante che la nostra risoluzione venga approvata quanto prima, perché rappresenterebbe un impegno ufficiale da parte del governo, quindi uno stop alla trasformazione dell'impianto spezzino».