Le condizioni in cui versa la Sanità spezzina sono ormai sotto gli occhi di tutti.
Quando però le critiche sulla gestione del sistema sanitario regionale arrivano proprio da chi siede in maggioranza significa che siamo difronte a una situazione di particolare gravità.
Costantino Eretta oltre ad essere un esponente politico della Lega è anche medico di ASL5. Ciò significa, quindi, che il suo pessimo giudizio sulla Giunta Toti in materia sanitaria è particolarmente autorevole, oltre che scevro da ogni probabile speculazione politica.
Le strutture, è vero, sono uno dei grossi problemi che affliggono l'ASL spezzina e la rendono poco appetibile sia da chi deve farsi curare sia dal personale sanitario. Non è un caso che molti medici e infermieri approdati alla Spezia poi fuggano, appena gli è possibile, altrove.
L'ospedale Sant'Andrea, che Eretta ha definito giustamente "catapecchia", avrebbe dovuto essere dismesso un anno fa con l'apertura del Nuovo Ospedale Felettino. Invece, grazie alla conduzione Toti, il cantiere è saltato e ci troviamo a dover tirar avanti, chissà per quanti anni ancora, col vecchio e malandato Sant'Andrea, più simile a un sanatorio dell'800 che ad un ospedale moderno.
Il San Bartolomeo di Sarzana, come altrettanto giustamente ha definito Eretta, è una struttura nuova, con enormi potenzialità, ma pare dimenticato dal Signore. Invece di essere riempito di contenuti, e sfruttato anche per aiutare un Sant'Andrea in visibile affanno, è scarsamente considerato e anzi continuamente svuotato di professionalità e servizi.
La chirurgia di elezione, quella programmata, che il dottor Eretta ha definito come nuovo faro per la Sanità del futuro è completamente bloccata e dallo scoppio della pandemia non ha più ripreso il suo vecchio ritmo.
Il territorio non funziona più. L'ospedale rimane davvero l'unico baluardo a difesa della salute dei cittadini ma, qui dissento da Eretta, non per colpa dei medici di famiglia. Le cause, semmai, sono da ricercare nella riforma voluta dall'ex Assessore Viale. Aver introdotto nelle ASL un nuovo direttore con competenze esclusive sull'aspetto distrettuale e territoriale, disgiunto dal Direttore Sanitario che invece si occupa delle cure ospedaliere, ha: aumentato ancora la spesa pubblica, sottratto risorse fondamentali al comparto operativo e ingessato ulteriormente il sistema.
Infine città importanti come Sarzana e come La Spezia hanno preferito, in questi ultimi anni, spendere i denari delle loro casse altrove piuttosto che nei servizi sociosanitari. Ciò ha peggiorato ulteriormente la qualità di vita dei cittadini esponendoli maggiormente al rischio di dover entrare nel circuito sanitario.
Al Vicesindaco di Sarzana dunque consiglio: parta subito da ciò che gli compete direttamente. Lasci perdere ciò che fabbrica più consenso elettorale e torni a investire sui servizi sociosanitari. Pretenda poi che il dottor Cavagnaro, DG di ASL5, venga a Sarzana non con le chiacchiere ma con un piano concreto per rimettere in funzione il San Bartolomeo, come chiesto dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico. Serve subito una delibera che riattivi la Terapia Intensiva, rimetta in moto gli interventi chirurgici programmati e si impegni a mantenere attivo il Pronto Soccorso.
Ultimo, ma non ultimo, il nodo personale. Bisogna pretendere subito assunzioni: con una retribuzione congrua alle altre ASL, non solo liguri ma dei territori limitrofi, e soprattutto a tempo indeterminato. Abbiamo bisogno di medici e di infermieri.
Non c'è tempo da perdere. Costantino, devi scegliere da che parte stare: o con la politica privatistica di Toti o con la Sanità Pubblica!
Francesco Battistini
Partito Democratico