Da una parte, comitati cittadini, forze politiche d' opposizione, intellettuali, semplici privati a difesa A NORMA DI LEGGE della storica Piazza Verdi e dei suoi pini; dall' altra, l' Amministrazione, che in forza di un opinabilissimo PRIMATO DELLA POLITICA (frase molto berlusconiana, insolita in una Giunta "DEMOCRATICA"), questa Piazza la vuol demolire e snaturare, infischiandosene bellamente delle norme, se non della volontà popolare. In questi giorni caldi si è letto molto, e poichè assai di rado si è letto il vero, è bene puntualizzare alcune cose. PUNTO 1. "...Federici è stato eletto con maggioranza schiacciante e...il rifacimento era nel suo programma". Il Sindaco è stato eletto con 21448 elettori su 77130 (andò a votare il 55,98%), questo con una coalizione di ben 7 LISTE, ovvero poco più di 1 SPEZZINO SU 4 ha votato l' attuale Sindaco. Il rifacimento della Piazza era stato parzialmente cassato dal suo programma, come da lui stesso affermato in più confronti pubblici ("...non è un progetto vincolato...si discuterà coi cittadini..."). PUNTO 2: "Tutte le autorizzazioni per la riqualificazione della Piazza...sono perfettamente a norma". Tralasciando il fatto che proprio lo stop voluto dal Ministero tramite la Sovrintendenza SMENTISCE in toto questa affermazione, agli esegeti del Sindaco-pensiero vorremmo ricordare come il progetto è stato presentato come RISANAMENTO CONSERVATIVO, ovvero:
"dovranno essere mantenuti i caratteri generali dell'ambiente che comportino la conservazione integrale delle emergenze monumentali ed ambientali ( e in questo senso rientrano in gioco i pini) più significative e l'adattamento degli altri elementi o singoli organismi edilizi alle esigenze di vita moderna, considerando solo eccezionali le sostituzioni, anche parziali, degli elementi stessi e solo nella misura in cui ciò sia compatibile con la conservazione del carattere generale delle strutture del centro storico." Qui non si discute sull' estetica, ma su una evidente violazione dell' assunto di base, ed è quindi ovvio che fosse largamente prevedibile una bocciatura. PUNTO 3: "...Quello dei pini...è un pretesto...i pini hanno meno di 70 anni". Il "pretesto" vorremmo ricordare che è una LEGGE DELLO STATO, la Legge 10 2013 (un pubblico amministratore riconduce la legalità a pretesto?), che vincola il bene ANCHE SE DI ETA' INFERIORE AI 70 ANNI, purchè ne sia censito il VALORE MONUMENTALE. Detta stima NON E' STATA MAI FATTA! Ci si meraviglia che sia arrivato uno stop? Sull' età dei pini, inoltre, fanno fede i filmati di fine guerra, con le piante adulte sotto cui si sfila il alla Liberazione.Vuol forse l' Amministrazione tacciare di falso l' esercito degli Stati Uniti, giusto per portare la querelle a livello internazionale? PUNTO 4: "...Se salta il progetto...saltano i fondi UE" Peccato che il regolamento regionale permetta la variante in corso d' opera, di cui tra l' altro in pregresse occasioni si è fatto ricorso, SENZA PENALI. E per la cronaca, sulle pretese PENALI al duo dei progettisti, di cui si è fatto un gran parlare, fa testo l' indirizzo della Cassazione secondo cui nessuna ammenda può essere pretesa nell' ottemperare alla legge (nel nostro caso la 10 2013 già citata). A ciò si aggiungono le già ben note carenze del progetto in sè, tra le quali:
-Nel progetto sono minimi i riferimenti al rischio idrogeologico (ignorando le caratteristiche proprie dell' area)
-Nessun accenno ai rischi strutturali per gli edifici prospicienti l' area
-Il finanziamento risulta erogato per RIQUALIFICAZIONE SITO DEGRADATO. Peccato che la Piazza NON LO SIA.
-Sussistono problemi oggettivi di sicurezza (non riguardo il cantiere ancora in divenire), vista la presenza in loco e nelle immediate vicinanze di aree sensibili (scuole, uffici postali, Prefettura). I lavori in corso renderebbero problematico l' accesso dei mezzi di soccorso, mentre permangono forti dubbi sull' effettiva accessibilità della piazza ai summenzionati mezzi di soccorso una volta ultimata, data la particolare struttura della medesima.
-I due lotti in cui è diviso il progetto, della durata IPOTETICA di oltre DUE ANNI, creerebbero gravi disagi al traffico, tra l' altro in aree difficili, ai residenti, alle attività commerciali. Non risulta ad oggi un piano alternativo della circolazione urbana che tenga adeguatamente conto del problema.
-Il progetto, del costo preventivato di circa TRE MILIONI di euro, è finanziato da fondi europei per una quota di circa DUE MILIONI. La restante quota risulta A CARICO della Città di La Spezia, che ha provveduto ad accedere ad un finanziamento. Si specifica che questo finanziamento, che graverà sul bilancio cittadino, avviene in un momento in cui vengono tagliati SERVIZI SOCIALI, AUMENTATE LE TASSE. Inoltre, sul bilancio urbano gravano i seri rischi della società ACAM, di cui non si è minimamente tenuto conto.
-La Piazza appare poco votata al contenimento dei consumi energetici, dato l' evidente consumo di installazioni come impianti di decalcificazione, pompe idrauliche, impianti di disinfestazione, giochi di luce etc.
-I costi manutentivi, quantificati dall' Amministrazione spezzina in 30-50 mila euro ANNUI (cifra decisamente importante), sono OGGETTIVAMENTE SOTTODIMENSIONATI. Stime diverse moltiplicano questa somma. Ovviamente nessun accenno di questi costi e di come saranno sostenuti dal bilancio cittadino.
-NESSUN RIFERIMENTO alla manutenzione straordinaria, che, date le caratteristiche tecniche delle installazioni previste (archi rivestiti di metallo con incastri "a ghigliottina", pompe e giochi d' acqua e luce) sono quantomeno prevedibili. Idem come sopra riguardo le eventuali coperture a bilancio cittadino.
QUANTO DI TUTTO QUESTO E' STATO LETTO SUI GIORNALI O AMMESSO DALL' AMMINISTRAZIONE?