Una versione ristretta del documento di SEL:
La Conferenza dei Servizi ha approvato il documento del suo gruppo istruttorio, propedeutico al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale della Centrale ENEL. Ora la decisione definitiva spetta al Ministro dell'Ambiente. Quanto approvato comporta che nella centrale permarrà una produzione elettrica prevalente con l'uso del carbone e dell'olio (i peggiori combustibili dal punto di vista dell'impatto sanitario, ambientale e climatico) per altri 8 anni. Sono previsti limiti alle emissioni, una valutazione annuale sul rispetto delle prescrizioni e un osservatorio di controllo.
Sinistra Ecologia Libertà ritiene che si possano e debbano imporre limiti alle emissioni più severi, che tengano conto non solo delle leggi vigenti, ma anche della normativa europea che entrerà in vigore nel 2016, che dovrebbe essere anticipata in considerazione della particolarità della situazione spezzina. Sel chiede soprattutto la dismissione della centrale in tempi certi. L'AIA dovrebbe stabilire l'esatta tempistica di questo processo, prevedendo prima di tutto la chiusura del gruppo a carbone entro i primi tre anni e la chiusura definitiva dell'impianto nei successivi cinque. Sel chiede quindi al Ministro dell'Ambiente di modificare in tal senso l'AIA approvata dalla Conferenza dei Servizi.
Sel chiede inoltre alla Regione Liguria di modificare il modello dell'osservatorio di controllo, affinché preveda forme di partecipazione attiva della cittadinanza e non sia limitato alla sola presenza delle istituzioni; e al Comune della Spezia, per quanto riguarda le indagini sanitarie, di proseguirle, approfondirle e mirarle a verificare l'incidenza delle malattie legate all'asma, alle miocardie, soprattutto sui bambini.
Sel ritiene, da tempo, che la centrale debba essere dismessa. Il fatto che non siano stati chiesti investimenti consistenti di ristrutturazione ambientale, che consoliderebbero il sito, significa che anche l'Amministrazione Comunale ha questo obbiettivo. A questo punto è bene essere conseguenti, evitare il rischio che la centrale rimanga ancora per almeno 8 anni senza funzionare in base alle migliori tecnologie disponibili e ottenere tempi certi per la dismissione. Il contributo di Enel alla produzione di energia diminuisce sempre più, così come quello delle grandi centrali termoelettriche. Il futuro, ce lo dimostra già la realtà attuale, è nel risparmio energetico, nelle energie rinnovabili, nei piccoli impianti. Serve un nuovo Piano energetico nazionale, non più basato sulle vecchie centrali termoelettriche come quella spezzina. E serve un nuovo Piano energetico regionale che vada in questa direzione e la rafforzi.
Sel chiede, per La Spezia, un piano riguardante il lavoro, anche dell'indotto, che possa garantire il lavoro esistente e quello delle nuove generazioni nel campo del risparmio energetico e delle energie rinnovabili. Negli otto anni di funzionamento della centrale si dovranno porre le condizioni affinché la dismissione dell'impianto non comporti problemi occupazionali ma apra la prospettiva di un diverso sviluppo del territorio. Al tempo stesso bisogna iniziare a pensare a un piano per la bonifica dell'area.
La dismissione della centrale e del suo carbonile dischiuderà potenzialità enormi per la riqualificazione ambientale del Levante, per una riconversione produttiva sostenibile delle aree a terra e per un nuovo utilizzo a fini turistici degli spazi liberati sulla linea di costa. Il futuro è in questo nuovo modello di sviluppo.
Il Ministro dell'Ambiente può dare da subito un segnale chiaro in questa nuova direzione.