Abbiamo assistito al dibattito sulle linee guida del Sindaco. Un dibattito che ha conclamato, ancora una volta, la cultura "sviluppista" dell'amministrazione Paoletti, la cui concezione, (+ auto + parcheggi + opere) è anacronistica rispetto al modello di sviluppo di molte città europee e di molte località turistiche.
L'idea del fare ad ogni costo ha prodotto, in questi anni, sicuramente parecchie novità.
Che assai spesso ha fatto rima con criticità. Pensiamo a Piazza Brusacà a San Terenzo, dove la riqualificazione della rete dei sottoservizi mostra già tutti i suoi limiti e, pur avendo avuto l'occasione (storica) per farlo, non si è messo mano al canale Lizzarella.
Stesso discorso sulle scuole: sono stati fatti, in estrema urgenza, i lavori alla Garibaldi a San Terenzo. Poi ci si è accorti che ne andavano realizzati altri e si è intervenuti nuovamente. Dopodiché si sono verificati problemi su una scala ed è stata chiusa una parte del plesso, con enorme disagio per bambini e famiglie.
Stesso iter alla Mantegazza dove si è perso il conto degli interventi realizzati (peraltro in colpevole ritardo e non certo a regola d'arte). Così da tempo i ragazzi devono andare a scuola a Lerici.
Ora si pensa di dismettere, nei fatti, la scuola Garibaldi a San Terenzo e reintervenire nuovamente sulla Mantegazza, sopraelevandola. Non si parla più della Cochrane e neppure della Augenti se non in termini del tutto generici, eppure sono patrimoni pubblici che, tra le altre cose rischiano di essere depauperati.
Lo stesso valga per il Nido di Via della Repubblica, scomodo, insufficiente in capienza, in deroga da anni. Quali idee? Quali proposte? Quali soluzioni?
E poi la scuola di Tellaro su cui non c'è uno straccio di idea: ma questa non era l'Amministrazione delle scuole nei borghi? Al modello "più auto e più parcheggi" serve contrapporre una visione radicalmente alternativa fatta di più servizi e più qualità della vita: più mezzi pubblici, più car e bike sharing, più mobilità via mare, meno C02, più mobilità sostenibile.
Insomma mobilità pulita e una visione di Smart City, per rendere lerici non solo il luogo ideale in cui passare un soggiorno e gli anni della pensione ma quello in cui lavorare garantendo ai propri figli la qualità della vita che solo un paradiso naturale come il nostro può garantire.
Più connettività e digitalizzazione, anche della macchina comunale, che può rappresentare uno straordinario volano di sviluppo. La pandemia che stiamo vivendo ha dimostrato quanto le risorse digitali siano vitali per le nostre economie, per la nostra scuola e per la nostra stessa vita sociale.
la rete attuale è debolissima, con grave pregiudizio per l'utenza anche, ad esempio, nella gestione della didattica a distanza tornata in auge anche a causa delle quarantene e dell'aumento dei casi di Covid dovuti alle varianti.
I servizi rappresentano la chiave di volta per una nuova visione di economia e società,soprattutto se si punta sul ripopolamento dei borghi e se non vogliamo che Lerici diventi un enorme villaggio turistico che apre in stagione e chiude in inverno, con tutte le conseguenze del caso.
La residenzialità si rilancia coi sevizi, non coi contributi dati – anche a chi non ne ha bisogno – del bando residenzialità. Serve consentire a ragazzi, che già risiedono quI, di emanciparsi, di diventare indipendenti, di prendersi una casa in affitto e immaginare di costruire una famiglia, mettendo radici.
Un contributo di emancipazione.
Parimenti, i dati, molto rilevanti, che sono usciti in questi giorni rispetto al numero di beneficiari dei bonus del Comune andrebbero analizzati con cura e resi oggetto di una vera e propria indagine sociale anche allo scopo di capire i nuovi bisogni di una Comunità che sta cambiando radicalmente e rapidamente.
Eppoi, più pulizia, più manutenzione, una migliore gestione dei rifiuti (sia domestici che non). Del resto, una città più bella è anche una città più accogliente e con maggiore appeal turistico. Serve una rigorosa politica di riduzione dell'inquinamento e delle fonti fossili di energia, di valorizzazione delle aree verdi in città, di cura dell'arredo urbano, di studio e realizzazione di modalità diverse e/o alternative di mobilità.
Mobilità che deve essere ad emissioni 0 e servire ogni frazione.
La vivibilità di un luogo, la qualità dell'aria, un luogo ben mantenuto sono i più grandi alleati per siglare quel patto tra turisti e residenti di cui si avverte enorme bisogno. Serve una seria politica di efficientamento energetico, partendo dagli edifici pubblici, energivori, per arrivare a quelli privati, grazie a progetti ad hoc e incentivi anche comunali. Così come aprire una discussione trasparente su Portesone sarebbe anche al fine di capire se lo spirito conservativo e testimoniale verrà effettivamente garantito.
Stesso ragionamento per quanto riguarda i siti di Vallestrieri e Barbazzano su cui si sa poco e nulla.
Sui pontili galleggianti sarebbe opportuno aprire un confronto serio con la cittadinanza sulla soluzione progettuale prospettata che crea perplessità come è necessario sapere qualcosa in più sui costi complessivi e sul piano economico finanziario riguardante anche la gestione.
Sarebbe altrettanto opportuno eliminare l'ipotesi presente nell'ultimo progetto di una ricollocazione a gavitello per compensare l'utenza che andrebbe a pontile altrimenti siamo al punto di partenza (con, addirittura, l'aumento del numero delle barche in rada.
Anche grazie al lavoro delle passate amministrazioni sarà finalmente completato il collegamento di Tellaro a Camisano.
I tempi si sono allungati troppo, però per la colpevole inerzia della giunta comunale.
Non per il Covid:
Lo stesso dicasi per il collegamento di Muggiano con gli Stagnoni.
Fallita la tanto sbandierata operazione Fincantieri, la frazione merita di conoscere i tempi certi dell'intervento. Inoltre si parla poco del nuovo PUC, il primo che non dovrà scontare e subire i vincoli che derivavano dai piani regolatori degli anni 80.
Questo sarà la prima amministrazione che avrà piena libertà di pianficazione urbanistica.
Non si possono commettere errori perché le scelte di oggi avranno ricadute per molti anni sul territorio. In ultimo, serve rivedere i parametri IRPEF riportandoli ad un adeguato sistema di proporzionalità e progressività. Insomma, serve una nuova visione che, ci spiace dirlo, proprio non è dato vedere.
Una visione ambientalista ma non immobilista, dinamica e moderna, lungimirante e non classisista, in grado di contemperare i diritti e le esigenze di tutti.
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