Da 150 anni una vasta area del quartiere Marola, alla Spezia è stato tolto alla città e divenuto spazio della Marina militare. Uno spazio ormai in gran parte abbandonato, in cui restano molti rifiuti tossici, soprattutto amianto su cui da anni da anni, molte associazioni ambientaliste della città chiedono venga attuato un piano di bonifica che consenta anche di riappropriarsi per uso pubblico delle aree inutilizzate.
La senatrice Paola Nugnes, che rappresenta Rifondazione Comunista in Parlamento, ha fatto propria la richiesta di presentare al governo, in particolare ai ministri dell'Interno, della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti una puntuale interrogazione che alleghiamo, per chiedere se si intenda o meno rispondere positivamente a tali richieste, passaggio fondamentale non solo dal punto di vista ambientale ma che consentirebbe di restituire alle cittadine e ai cittadini uno spazio utile per migliorare la qualità della vita nella città. Il nostro partito si schiera completamente al fianco delle associazioni, dei movimenti, di tutte e tutti coloro che stanno lottando per poter vivere in una città con meno amianto e più verde pubblico.
Il tema del rapporto tra aree militari e città è praticamente assente nell'agenda politica spezzina, salvo rari spot dal sapore propagandistico, nonostante le tante criticità che porta con se, in primo luogo per i cittadini è quanto dichiara Verushka Fedi, segretaria provinciale di Rifondazione Comunista.
Aree da dismettere per far ritornare alla città, aree ancor prima da bonificare perché zeppe di sostanze nocive. Non può restare inascoltata la battaglia degli abitanti che vi vivono da decenni con queste problematiche e non puo' rimanere un problema "solo loro".
L'Amministrazione Peracchini fa orecchie da mercante, nonostante il costante tentativo di dialogo intentato da associazioni e cittadini per aprire una discussione, come nelle relative Commissione consiliari in cui non si è ancora udita parola del sindaco, non rispondendo o scaricando il barile su altri enti, salvo poi parlare a spot su presunte possibilità di cessioni di aree che diventano lettere morte continua la Fedi.
A prescindere dalle volontà o meno dell'Amministrazione e' necessario iniziare un percorso ampio, dal basso, in cui si inizino ad individuare le priorità di bonifica, le aree non più utilizzate, ripensando un progetto che coniughi l'uso comune di nuovi spazi e le prospettive di uno sviluppo compatibile con l'ambiente, affinché tornino a disposizione della città e vengano sottratti ai facili appetiti speculatori, conclude la Fedi.