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Moon Blue, il British Guy che conquista i social italiani In evidenza

di Francesco Vito Ciaravino - Intervista ad una stella nascente della musica che, proprio per fare musica, si è spostato dall'Inghilterra all'Italia.

E chi se lo aspettava che l'Inghilterra, patria musicale di George Michael, Elton John, Freddie Mercury e Adele, ci inviasse un cantautore innamorato del Bel Paese? In un momento storico dove le menti brillanti nostrane fuggono da questa nazione che non gli calza addosso per i motivi più svariati, ecco che George Appleton, in arte Moon Blue, ci regala una storia controcorrente, scegliendo di venire proprio in Italia, ispirato – dice – dall'arte, dalla cultura e dalla nostra tradizione canora leggera, per fare musica. Scelta rischiosa, ammette sui social, ma azzeccata. Sono proprio le piattaforme a parlare chiaro: quasi 10.000 ascoltatori mensili, 939.428 ascolti solo per il suo brano "Beneath the Moon", video che vanno sempre più in tendenza, commenti sempre più positivi da parte di pubblico e critica, che stanno cominciando ad apprezzare e affezionarsi alla sua produzione. Dati, questi, che rendono palese la nascita di una stella, o, per meglio dire, di una luna!

Per noi di Gazzetta della Spezia, ha rilasciato una profonda intervista.
Come mai hai scelto di venire in Italia per fare musica?
Inizialmente mi sono trasferito per imparare la lingua. Durante il lockdown ho vissuto da solo in un monolocale molto triste, e ho così cominciato a provare a studiare l'italiano. Dopo il mio trasferimento ho scoperto la musica italiana (Dalla, Battisti, Calcutta ecc.) e mi sono innamorato. Poi ho trovato la mia attuale etichetta discografica, Factory Flaws, e sono molto felice per questo.

Nel tuo EP "The Moonlight Disco", affronti il tema di lasciare andare la persona amata, con la speranza che il tempo possa rivelare se questa scelta è stata saggia oppure no. Qual è il tuo rapporto con la solitudine? Le persone che hanno avuto un posto nella nostra vita, rimarranno per sempre nel nostro cuore, oppure tocca al tempo sbiadire il loro ricordo?
Una bella domanda! La solitudine non è stata un problema nella mia vita, più che altro mi fa soffrire la sensazione di isolamento; trovo che questo sia molto più pesante come sentimento. Secondo me, le persone che abbiamo amato rimangono, anche se in piccole tracce, ma sono meno pervasive nel tempo, quindi in un certo senso svaniscono, ma in un altro si trasformano.

In particolare, in un brano di questo EP, "Afterglow", dici: "If I wanna, wanna learn from this, and I know that I will grow up from this [...] And I know I've gotta go through this". Quanto è importante per te attraversare il dolore per maturare? E cosa hai imparato tu, personalmente, da questa lontananza che traspare in questa canzone?
Credo che sia molto importante scrivere canzoni che parlano della mia realtà; quindi, provo ad essere sincero e onesto nelle mie canzoni. Non so se è importante per attraversare il dolore, ma è assolutamente inevitabile, e vale la pena se possiamo imparare dalle nostre esperienze. Solo così possiamo crescere.

In "Woke Up Thinking of You", affermi: "I know you showed me how to be the one I am. One day I'll make you proud". Qual è, secondo te, la sottile linea che separa la nostra felicità dal desiderio di rendere gli altri orgogliosi di chi siamo davvero? Esiste un modo per bilanciare questo aspetto nella vita, o dobbiamo scegliere se preferire la prima o la seconda strada?
Mi sentivo molto sentimentale quando l'ho scritto, perché questa canzone è dedicata a mio nonno. Fondamentalmente, secondo me almeno, la nostra felicita è la più importante e non possiamo vivere sempre per rendere gli altri orgogliosi. Per mio nonno, però, ho voglia di vivere in un modo che imiti il modo in cui viveva lui, cioè sempre affidabile, gentile e aperto.

Nel tuo ultimo pezzo "Roma Starlight" affermi di essere felice che il tempo ti abbia fatto crescere e diventare la persona che volevi. C'è qualcosa del te bambino che ti manca? O credi che anche quello sia cresciuto del tutto insieme a te? In che modo la città di Roma ti ha ispirato ad una riflessione così profonda?
Un'altra bella domanda! Penso che a tutti noi manchino aspetti dell'essere bambini; la libertà, il senso del gioco e la capacità di vivere pienamente il presente, e, nella mia vita, provo a mantenere proprio questo senso del gioco, facendomi aiutare dalla musica. Roma è una città enorme, difficile e non credo che vivrò qui per sempre. Mi manca molto Bologna e vorrei tornare lì in futuro. Anche se Roma è difficile, è altrettanto difficile non essere inspirato dalla città stessa e da come vivono i romani. C'è un modo di vivere qui (forse in Italia in generale) che è bellissimo, e la gente è sempre aperta. Per esempio, sono diventato amico della mia vicina, una donna di 85 anni e ogni settimana parliamo al telefono o fuori dalla finestra, prendiamo un caffè assieme a casa sua. Questo modo di vivere non esiste in Inghilterra, e questa cosa mi rende felice e mi ispira molto. Anche se Roma è una città enorme, la gente vive nelle sue zone, e per questo ho un sacco di tempo di fare musica, leggere libri che mi ispirano, e anche di parlare con i miei vicini. È una citta con una mentalità del paesino!

A chi consiglieresti la tua musica?
A chi piace la musica di Calcutta, Tame Impala, l'indie in generale, ma anche a chi vuole provare a vedere la vita sotto un punto di vista diverso, attraverso altre prospettive. Scrivo per me stesso perché è catartico e perché mi piace, ma anche per ogni persona che vuole ascoltare!

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