“A dicembre, chiedemmo all’assessore alla Sanità i numeri relativi alla dotazione di personale sanitario dipendente, suddiviso per tipologia di professione sanitaria, in tutte e cinque le Aziende sanitarie locali, specificando le unità di personale impiegate nelle strutture territoriali e ospedaliere della regione; chiedemmo inoltre, allo stato attuale, le unità di personale sanitario assunto a tempo determinato per l'emergenza legata al Covid-19, sempre divisa per tipologia di operatori e per Asl territoriale. I dati emersi hanno rivelato quanto già temevamo: Asl5 è la Cenerentola della Liguria”, dichiara il consigliere spezzino del M5S in Regione, Paolo Ugolini.
“Il confronto con le altre Aziende sanitarie locali è impietoso - spiega Ugolini - al 30 settembre, il personale a tempo indeterminato contava, per La Spezia, 2141 operatori (al netto dei 158 Oss della Coopservice) per 215mila abitanti a fronte di 4175 operatori per Savona (282mila abitanti) e 2557 dipendenti sanitari per Imperia (217mila abitanti). Non solo: abbiamo dieci Direttori di struttura complessa (primari) in meno rispetto a Savona e sei in meno rispetto a Imperia. E ancora, La Spezia ha 246 medici in meno rispetto all’Asl savonese e quattro in meno rispetto all’imperiese; e ben 773 infermieri meno di Savona e 80 meno di Imperia. Siamo la Cenerentola della Liguria anche per quanto concerne il potenziamento del personale per l'emergenza Covid-19”.
“I numeri - prosegue il pentastellato - purtroppo non mentono: dal 2017 al giugno 2020, abbiamo perso l’8% di medici. Come se non bastasse, a breve se ne andranno altre cinque figure chiave: tre internisti, un cardiologo e un ortopedico. Da anni mancano, in Asl5, primari di Pneumologia, Geriatria, Direzione Medica di Presidio, Ginecologia (benché sia stato fatto un concorso), Pediatria, Trasfusionale, Psichiatria territorio, Anatomia Patologica, Igiene e Sanità Pubblica, Pronto Soccorso. Persino il Dipartimento Materno infantile non ha primari. E il Dipartimento Prevenzione ha un solo Direttore di struttura complessa, Veterinario”.
“È evidente che con questi deficit la catena di comando può non funzionare. I medici fuggono, gli infermieri vanno a ruolo dove li chiamano e noi siamo svuotati. Intanto non si risolve il problema dei 158 Oss che rischiano il licenziamento e la disoccupazione, fatto gravissimo in questo periodo di pandemia con penuria di personale qualificato e con esperienza. Non passa praticamente giorno senza che dalla sanità spezzina non arrivi un grido di dolore: Regione intervenga quanto prima per garantire ai cittadini il diritto alla salute e alle cure. Basterebbe intanto qualche unità in più per poter ricominciare a riprendere i normali servizi, almeno quelli più importanti a tutto beneficio della popolazione spezzina”, conclude Ugolini.