Il dieci gennaio scorso Legambiente, Acqua Bene Comune, Italia Nostra, Cittadinanzattiva e i Comitati No Biodigestore Saliceti e Sarzana, che botta! hanno inviato una PEC al presidente della Provincia Pierluigi Peracchini, al vicepresidente Francesco Ponzanelli e ai consiglieri provinciali per chiedere un’audizione in Consiglio per un confronto tecnico sull’attualità del Piano dei rifiuti, sulle quantità di rifiuti genovesi che devono essere trattati alla Spezia, sulle alternative meno impattanti e meno costose per decine di milioni di euro per la comunità e per i contribuenti rispetto al biodigestore di Iren.
A quasi un mese da quella richiesta non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Leggiamo però che il vicepresidente Francesco Ponzanelli, senza citare la richiesta di associazioni e comitati, e il consigliere d’opposizione Andrea Licari, auspicano l’apertura di un “tavolo di confronto”. Entrambi (dunque centrodestra e centrosinistra) auspicano di entrare nel merito del progetto, un confronto tecnico e non una tenzone politica.
E’ da mesi che comitati e associazioni chiedono un confronto su tante questioni tecniche e di rispetto delle normative vigenti senza ottenere risposte.
Le riassumiamo. Il progetto di biodigestore progettato da Recos/Iren a Saliceti contrasta con la pianificazione provinciale e regionale e con l’esito della Valutazione Ambientale Strategica a cui il Piano d’area, approvato il 6 agosto 2018, è stato sottoposto. A conclusione della VAS l’assessore regionale Giacomo Giampedrone annunciava che il sito era Boscalino. Gli faceva il controcanto Iren: lo faremo a Saliceti. A dispetto di tutte le criticità ambientali, prima fra tutte il rischio per le risorse idriche della provincia, Iren ribadisce che lo farà a Saliceti.
La nostra provincia è la prima in Liguria per raccolta differenziata. Ha già a Saliceti un impianto TMB per trattare l’indifferenziato anche del Levante della Provincia di Genova, che non ha impianti di trattamento. Da Genova possono arrivare oltre centomila tonnellate di rifiuti organici e indifferenziati. Cioè il ciclo dei rifiuti di Genova si chiude alla Spezia, autentica pattumiera. L’impianto progettato costa 55 milioni di euro. Impianti analoghi costano 30-35 milioni. Pagheranno i contribuenti spezzini con la Tari.
Nella procedura di VAS e di VIA, violando le normative vigenti, non sono state considerate tecnologie alternative, assai meno costose e impattanti, utilizzate nelle regioni del Nord.
Sabato 22 il Comitato Sarzana, che botta! organizzerà a Sarzana col sostegno degli altri movimenti un convegno con docenti universitari per mettere tutte le tecnologie a confronto, senza pregiudizi politici o ideologici.
Contiamo, prima di quella data, di poter avere il confronto “tecnico e di merito”, auspicato dagli esponenti provinciali Ponzanelli e Licari. Insomma confidiamo che la Politica passi dalle parole ai fatti senza scivolare in fumosa propaganda elettorale. Noi siamo pronti da mesi.
Comitato Sarzana, che botta!