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Aperto anche agli spezzini grazie all'angolo bar.

"Un presidio costante della zona che migliora la qualità di vita dei cittadini".

Una delegazione della città tedesca ricevuta in Comune dal Sindaco Peracchini e dal Comitato Gemellaggi.

Soddsfazione per il percorso di "presa in carico" dei pazienti, restano dubbi sull'organico.

Si parlerà in particolare dell'uso del Trisolv.

2°  Appuntamento con la Rassegna Cinema di Montagna , Giovedi 14 Marzo ore 19.30 e 21.15 , dopo lo straordinario Free Solo il Cinema Il Nuovo programma :  Mountain  il documentario della regista australiana Jennifer Peedom che, in chiave di sinfonia audiovisiva, racconta le scalate delle montagne più impervie, le imprese impossibili di climbers e altri acrobati delle vette più remote. Ma non lesina di suggerire anche gli aspetti controversi delle pratiche alpinistiche più estreme.

Fino a tre secoli fa, le montagne erano luoghi di pericolo, non di bellezza. Quando a metà del XX secolo l’Everest venne conquistato, l’alpinismo era diventato una ricerca della perfezione e le montagne venivano viste come avversari da sconfiggere. Oggi, quando milioni di persone sono incantate dalla loro magia, le montagne diventano teatri di svago: gestite e mercificate come parchi giochi. Ma le montagne sono molto di più di una distrazione o un nemico da battere. Il loro valore risiede nel riconoscere i nostri limiti.

Mountain è una visione adrenalinica, un film che è come un ottovolante, fatto di vertiginosi strapiombi, dislivelli mozzafiato, sospensioni sul vuoto, orli di precipizio; riprese impossibili e estremamente spettacolari, da elicotteri o da telecamerine portate dagli stessi scalatori. Un puro spettacolo che evita le parti didascaliche, visto che non sappiamo quali siano le montagne scalate né chi siano gli scalatori.

Sembra essere azzerata la legge di gravità, sembra un film di supereroi senza effetti speciali. Con uomini-ragno capaci di arrampicarsi su pareti montuose verticali assolutamente piane, con dei superman che volano in cielo planando con la tuta alare, passando abilmente attraverso grandi montagne forate, con delle persone che passeggiano nel cielo, un funambolo che cammina su un cavo collegato a due altissimi pendii.

Jennifer Peedom con Mountain costruisce un film che funziona come una sinfonia di immagini e musica, una sequenza di scene di imprese mozzafiato, selezionate da un girato di 2000 ore di riprese in 15 paesi diversi, con la lettura di un testo dello scrittore inglese Robert Macfarlane a opera dell’attore Willem Dafoe.

Il film ci regala inoltre la partitura musicale, più che un accompagnamento, della Australian Chamber Orchestra eseguita nella Sydney Opera House, composta da Richard Tognetti, con in aggiunta brani di Vivaldi, Beethoven e Arvo Pärt.

Strade chiuse, divieti di sosta, orari delle navette: tutte le informazioni per non "restare imbottigliati" tra i banchi.

Si è affrontato il tema della presa in carico e prenotazione diretta da parte dei Medici di Medicina Generale.

Sarà ammessa la somministrazione di bevande alcoliche solo nei locali e negli spazi di pertinenza.

Manifestazione il 15 marzo a Roma. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil unite.

Presidio unitario sotto la Prefettura. Le richieste dei sindacati.

Anche alla Spezia, sotto la Prefettura, martedì 12 marzo.

Costituito il gruppo comunale, Giovanni Lodovici sarà il referente.

L'intervento del segretario provinciale della Filt Cgil Fabio Quaretti.

La docufiction in programmazione al cinema di via Colombo.

Al via da questa mattina l'atteso intervento di ripristino della frana di Montalbano, un problema molto sentito che da tempo causa disagi ai cittadini.

Il convegno oggi in sala Marmori alla Camera di Commercio.

Confartigianato lancia il primo corso base per Receptionist.

Il Sindaco Peracchini: “Grande soddisfazione per un evento storico senza precedenti”,

Al liceo scientifico sportivo, lunedì 11 marzo.

8 marzo 2019.CNA: “Nonostante ostacoli e difficoltà le imprese al femminile hanno una marcia in più”

Le donne sono una componente sempre più dinamica della società e dell’economia italiana. E nella propensione all’imprenditorialità procedono con maggior scioltezza degli uomini, nonostante le tante difficoltà patite quotidianamente. Lo sottolinea l’indagine su “L’imprenditoria femminile in Italia”, condotta dal Centro studi CNA.

“Da anni come CID portiamo avanti una campagna di promozione per una maggiore presenza di figure femminili a livello apicale sia nelle imprese che nelle istituzioni e nei ruoli di responsabilità e impegno-.Commenta Cristina Poletti Presidente Comitato Impresa Donna Cna La Spezia -. Tuttavia, tanto è ancora da fare per sostenere il lavoro femminile sia nelle posizioni di vertice sia in quelle subordinate. Parliamo per esempio della necessità di una uguaglianza salariale che dovrebbe essere promossa a prescindere dalle diversità di bandiera in quanto principio moralmente giusto. Inoltre, riteniamo sia utile impegnarsi per scardinare pregiudizi di genere legati al mondo del lavoro perché non esiste una professione maschile e una femminile. Sempre di più i settori si aprono all’occupazione in rosa per capacità  e competenza, la differenza è data dal risultato e in questo non incide la diversità di genere”.

Tre milioni gli incarichi al femminile nelle imprese

Lo studio rileva che, nel nostro Paese, sfiorano ormai i tre milioni gli incarichi  di vertice affidati a donne. Per la precisione, sono 2.827.515, il 26,7% del totale nazionale. Disaggregando questo dato complessivo, emerge che i ruoli di amministratore ammontano a 1.124.799, a 840.889 quelli di titolare d’impresa, a 620.572 quelli di socie e a 241.418 le altre cariche.

Donne in crescita spinta

Tra il 2017 e il 2018 i ruoli apicali tenuti dalle donne sono cresciuti dell’1%, più di quanto hanno fatto i colleghi maschi: nel loro caso, infatti, l’incremento si è fermato allo 0,4%. Tra le diverse tipologie di ruolo è rilevante l’exploit degli amministratori donne, che hanno surclassato i colleghi: la loro crescita l’anno scorso è stata del 3,1% contro il +1,7% della componente maschile.

Sanità e assistenza sociale sempre più “rosa”

I settori nei quali l’incidenza femminile è aumentata in maniera più marcata sono le attività sanitarie e di assistenza sociale (+9,9%), l’istruzione (+6,1%), le attività legate alla fornitura di energia elettrica, gas e aria condizionata (+5,6%), le attività di trasporto e magazzinaggio (+4,5%) e quelle di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+4,2%). 

Le lavoratrici indipendenti

L’indagine del Centro studi CNA ha spaziato naturalmente anche tra le lavoratrici indipendenti.  In totale sono 1,4 milioni, pari al 14,6% dell’occupazione complessiva nel nostro Paese.  

Un aspetto da rilevare è che per molte donne italiane, a differenza degli uomini,  operare sul mercato del lavoro come lavoratrici indipendenti risulta una opzione non semplice e, talvolta, obbligata. 

Quando viene richiesto quali siano state le motivazioni che hanno portato a intraprendere la via del lavoro indipendente, il 12,5% delle donne intervistate indica l’impossibilità di trovare un lavoro dipendente e l’8,1% la volontà di disporre di orari flessibili per coniugare al meglio casa e lavoro. 

Per gli uomini questi valori risultano più bassi (rispettivamente 9,5% e 7,4%). Inoltre la scelta di diventare indipendenti appare per gli uomini molto meno problematica, basti dire che il 26,1% di essi ha abbracciato il lavoro indipendente avendo l’opportunità di subentrare nell’attività imprenditoriale mentre tra le donne questa motivazione è indicata meno frequentemente (19,8%).

Atro fattore interessante è che in Italia le lavoratrici indipendenti tendono a lamentarsi meno dei loro colleghi maschi, nonostante che appena il 12,2% delle lavoratrici indipendenti dichiari di non incontrare particolari problemi nell’attività quotidiana. Una quota superiore solo a quella della Grecia.

I fattori di ostacolo

Tanti sono i fattori di ostacolo. Tra questi vi è ovviamente la difficoltà di conciliare gli impegni famigliari con la vita professionale e il persistere di opportunità di guadagno economico non soddisfacenti se considerate sia in termini assoluti che rispetto a quelle maschili. Spesso burocrazia e difficoltà di conciliazione sono le cause di discontinuità lavorativa, che si aggiungono a problemi economici legati a pagamenti mancati o in ritardo e ad una fragilità economica diffusa.

Tuttavia, nonostante abbiano di fronte ostacoli ogni giorno, le lavoratrici indipendenti italiane esprimono un grado di attaccamento alla loro attività tra i più alti d’Europa dichiarandosi soddisfatte della propria attività per il 52% del totale, a testimonianza del desiderio naturale e profondo  di autonomia ed emancipazione ormai ingenerato dalla parità di accesso agli studi. Una percentuale seconda in Europa solo al Regno Unito, dove però il gender gap risulta essere molto più ridotto. 

Le richieste delle Consigliere comunali De Muro e Del Turco.

Il M5S difende il Presidente del Consiglio Comunale Guerri.

"Tutte le strutture sono sottoposte a un programma di controllo e di manutenzione che non ha mai evidenziato dispersione di fibre di amianto".

Studio Legale Dallara

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