Com’è la situazione attuale relativa al commercio ambulante nella città della Spezia riguardo al problema dell’abusivismo?
“Abbiamo notato un netto miglioramento in città da quando si è insediata la nuova giunta. Pierluigi Peracchini aveva promesso soluzioni riguardo al problema degli ambulanti e dei parcheggiatori abusivi e mi sembra che con l’ordinanza emessa appena insediato e la presenza costante della Polizia Municipale almeno nei due mercati più importanti e cioè quelli di viale Garibaldi e della Maggiolina, si sia almeno in parte risolto il problema. Speriamo non sia una cosa temporanea e che all’inizio del nuovo anno scolastico , con i Vigili impegnati maggiormente nel controllo dele scuole non si torni ad una situazione come quella precedente”.
Quindi l’ordinanza del sindaco e la presenza delle forze dell’ordine scoraggiano davvero il fenomeno dell’abusivismo?
"Si effettivamente sembra funzionare. Certo che il resto della provincia è ancora in balia di questa forma di illegalità. In Riviera e nelle Cinqueterre, con la sola eccezione di Monterosso dove il primo cittadino ha effettivamente iniziato una azione decisa di contrasto all’illegalità diffusa, la situazione è ancora molto pesante. La mancanza di risorse umane è ciò che gli amministratori lamentano sopra tutto. I sindaci mi dicono che non riescono a presidiare il territorio ed a contrastare il fenomeno degli abusivi perchè la cronica mancanza di personale lo impedisce nei fatti. A Levanto la vecchia stazione è un esempio lampante: degrado e insicurezza si sommano alle attività illegali che danneggiano gli imprenditori, gli ambulanti e i negozianti che pagano regolarmente tasse, suolo pubblico, emettono scontrini e si trovano a due metri di distanza persone che in modo del tutto illegale vendono merce senza nessun controllo, totalmente in nero e alimentano le organizzaziani che vivono alle loro spalle sfruttandoli”.
I controlli e le sanzioni servono quindi?
“Certamente, la presenza della forze dell’ordine, i sequestri di merce contraffatta e le sanzioni a venditori ed aquirenti sono l’unico deterrente per scoraggiare la presenza di attività illegali sul territorio. Parliamoci chiaro: qui non si tratta di razzismo, se gli abusivi fossero italiani danneggerebbero ugualmente il commercio regolare, il problema è che per troppo tempo si è sorvolato su questi problemi per leggerezza o per convenienza politica, invece bisogna affrontare questi temi a livello nazionale una volta per tutte e far rispettare le norme. C’è già la crisi a massacrare commercianti ed artigiani nel npstro paese, non si può pensare di fare i salti mortali per pagare le tasse e portare avanti la propria attività in regola e poi vedere che la metà del lavoro va in fumo perchè c’è chi non rispetta le regole e per di più viene lasciato ibero di fare ciò che vuole. È diventato un rischio anche provare ad allontanarli, sia per un cittadino che per gli addetti, se un bagnino invita un abusivo ad allontanarsi rischia una reazione da parte di questi e anche adirittura da parte di persone che vedono nel fare rispettare la legge un abuso e una forma di persecuzione a sfondo razziale, incredibile”.
Una buona stagione turistica che rischia di venire in parte vanificata dalla concorrenza sleale?
“Sicuramente la difficoltà del piccolo commercio e degli ambulanti riguarda la crisi economica e dei consumi, i grandi centri commerciali non hanno certo aiutato a mantenere quete di mercato e anzi, hanno provocato una reale flessione nel volume di affari. Se aggiungiamo anche la problematica dell’abusivismo si può capire come le difficoltà siano davvero insormontabili per categorie come la nostra che vivono sulle stagioni. Certo che il turismo che funziona, l’incremento portato dal comparto crociere (anche se ancora inferiore alle attese in termini di ricadute sul tessuto commerciale), la bella stagione calda, hanno favorito il giro d’affari, ma se la metà del fatturato scompare per finire nelle tasche di chi rifornisce queste persone, questi “poveracci” che vengono oltretutto sfruttati, senza contare che questi proventi illegali vanno a finanziare personaggi e organizzazioni non certo cristalline, si può capire che il malcontento della categoria ha basi concrete e non è solo “mugugno”.
Le possibili soluzioni?
“Norme precise a livello nazionale che consentano un maggior presidio sul territorio e sanzioni che scoraggino definitivamente queste pratiche sia nei confronti di chi vende sia nei confronti di chi acquista. Solo cosi si può incidere su questa che ormai da troppo tempo è diventata una vera piaga. Il giro di affari che ruota intorno alla vendita abusiva e alla contraffazione è impressionante, danneggia i commercianti cosi come l’immagine del paese e la sua capacità imprenditoriale, il made in Italy va difeso con i fatti e non solo con le chiacchiere. Ripeto, non siamo razzisti nè xenofobi, siamo gente che lavora onestamente e pretendiamo che la legalità valga per tutti, non mi sembrano richieste particolarmente strane, dovrebbe essere la normalità”.