Ampio spazio dunque è stato dato alla tavola rotonda costituita dai manager delle realtà industriali provinciali, moderata e animata dalle domande del Vicedirettore di Radio 24 Sebastiano Barisoni. La prima è stata rivolta a Angelo Fusco, Direttore Divisione Navi Militari di Fincantieri, sull'ipotesi di fare della Spezia un polo della difesa militare italiana: "Sarebbe logico e Fincantieri promuove l'accorciamento della filiera, però - ha risposto Fusco - ci sono problematiche di dislocazione del personale e dimensioni legate alle strutture. Abbiamo ordini per 10 miliardi che ci permetteranno di passare da 1500 operai di oggi ad impiegarne 3500 nel 2019. Ora dobbiamo pensare a realizzare le commesse e per farlo dovremo svolgere già degli investimenti per utilizzare gli spazi. Pensare di decentrare di più alla Spezia, portare la testa da Genova, diventa difficile. Se si vuole alla Spezia il polo della produzione navale militare la scelta deve essere a livello ministeriale, in Francia è accaduto così".
Si collega al tema dell'indotto e della necessità di svilupparlo Enzo Papi, Presidente di Termomeccanica spa, che ha rappresentato con una velata criticità quanto rimarca la difficoltà di fare filiera, e come le realtà spezzine siano già vicine alla subfornitura che all'imprenditoria in determinati settori.
Diverso l'approccio di Franco Nicola Cupolo di Contship Group che ha sottolineato il ritardo dovuto ai ricorsi per i dragaggi: "Da quattro anni aspettiamo una carta che permetterebbero l'accesso alle navi più grandi al mondo nel porto della Spezia, con dragaggi già fatti; solo così si passerà da gateway italiano a gateway europeo. Il Porto della Spezia può essere il volano delle merci per l'Europa, il futuro è tramite il passo del San Gottardo e dunque si gioca anche sul raddoppio della linea pontremolese, necessaria per integrarsi al sistema europeo. Ora speriamo già in settimana di arrivare alla possibilità del raddoppio delle banchine del Porto".
Più positivo è stato il tono dell'intervento di Massimo Perotti, Presidente di San Lorenzo: "L'area dalla Spezia e Livorno è la più importante d'Italia per la produzione nautica e siamo molto soddisfatti di aver trasferito i cantieri di super yacht da Viareggio alla Spezia. In sei mesi con la collaborazione dell'arsenale abbiamo trasferito la produzione e poi abbiamo colto l'opportunità della San Marco. Ora stiamo lavorando per l'area di refitting, un lavoro importante perché è poco inquinante, con una manodopera qualificata e ricadute molto valide".
"Alla Spezia l'Indotto è molto qualificato, lo specchio d'acqua è eccellente e profondo - ha proseguito Perotti - i rapporti con i sindacati sono buoni e di grande aiuto così come quelli con le istituzioni. Per contro l'indotto non è supportato adeguatamente dal sistema bancario. Noi punteremo sulla formazione creando la Sanlorenzo Academy per preparare equipaggi adeguati ai nostri Yacht e standards: chi sceglierà di utilizzarli riceverà tre anni di garanzia, invece dei due obbligatori per legge". Così ha concluso Perotti: "La Spezia deve scegliere perché turismo e nautica vanno a braccetto. Per fare turismo seriamente bisogna avere servizi, utili anche ai clienti che comprano yacht di lusso".