Ecco la lettera aperta indirizzata al Presidente di Confindustria La Spezia.
Gentile Presidente,
leggo di alcuni suoi pronunciamenti relativi al percorso di aggregazione intrapreso dal Gruppo Acam effettuati nell'ambito del recente consesso tenutosi a Villa Marigola.
Lei esplicita una preoccupazione più generale verso quelle imprese, preponderanti alla Spezia, con centri direzionali esterni al territorio, ed in questa preoccupazione da ultimo inserisce anche Acam con il suo percorso aggregativo con altra multiutility, in particolare la sua perplessità pare concentrarsi "sull'integrazione di Acam Acque e Acam Ambiente in IREN. Siamo concordi sulle aggregazioni se i nuovi piani di sviluppo porteranno ad abbassare le tariffe pur mantenendo i servizi".
Nel ringraziarLa dell'attenzione dedicata ad Acam nella sua relazione, vorrei precisare, a proposito di questa sua preoccupazione e perplessità:
1) A seguito dell'Assemblea dei Soci che avrà luogo il 09 marzo, Acam pubblicherà un avviso pubblico con il quale, in modo trasparente, verrà stimolato il mercato a farsi avanti con proposte di offerta migliorative del Piano Industriale di ACAM; IREN ha manifestato interesse formale nel Giugno del 2016, una cosa è manifestare interesse e altra cosa è presentare un'offerta concreta, attendiamo fiduciosi.
2) La delibera pubblica a sostegno dell'aggregazione approvata da 21 Consigli Comunali tra febbraio e i primi giorni di marzo, con allegato il relativo Piano Industriale elaborato con il supporto della Società PWC dà risposte chiare, gentile Presidente, alle sue preoccupazioni e perplessità. I sistemi tariffari e i loro massimi incrementi nei settori in cui opera attualmente ACAM sono regolati da ambiti pubblici territoriali (Provincia) e/o nazionali (AEEGSI), in attuazione di normative particolarmente stringenti valide per tutti i gestori a prescindere dalla loro natura giuridica. Quello che si dice nella richiamata delibera e nell'allegato Piano Industriale è che ACAM restando come è ora nel Piano di Ristrutturazione 182 bis. non potrebbe in alcun modo praticare incrementi tariffari nell'idrico e nei rifiuti inferiori agli incrementi massimi resi possibili dall'attuazione delle suddette regolamentazioni, al contrario si esplicita anche formalmente, che saranno oggetto di valutazione premiante quelle offerte, in risposta al bando pubblico, che determineranno l'impegno del gestore ad effettuare eventuali incrementi tariffari inferiori a quelli massimi previsti dalla normativa.
Naturalmente, su richiesta, sarei stato e lo sono tutt'ora, lieto di poterLe illustrare i contenuti del nostro
Piano industriale.
Cordiali saluti.
L'Amministratore Unico
Gaudenzio Garavini
PS: in altro resoconto della sua relazione sempre virgolettato viene riportata la seguente frase "chiediamo a politici locali di riflettere bene sulle cessioni delle aziende nel settore energetico, come ACAM; non possiamo portare fuori dal territorio le direzioni in grado di stabilire le tariffe energetiche delle nostre imprese. Queste decisioni devono portare una riduzione di costi dell'energia".
A parte il concetto stravagante che se attuato si concretizzerebbe con una proliferazione di imprese, una per ogni territorio provinciale?! Il contrario di quello che viene comunemente condiviso e cioè che è l'eccessiva presenza di società che erogano servizi pubblici una delle cause di diseconomia e di impossibilità di effettuare gli investimenti necessari a migliorare i servizi pubblici nel nostro Paese.
La informo che, comunque, per effetto del Piano di Ristrutturazione 182 bis., il Gruppo ACAM è uscito dal settore energetico nel 2013 e nel 2014 con la cessione della sua partecipazione rispettivamente in Acam Clienti e Acam Gas.