A soffrire le maggiori difficoltà di accesso al credito sono le imprese di piccole dimensioni. «Pur costituendo l'ossatura portante del panorama economico italiano – commenta Grasso – le micro e piccole imprese, nell'ultimo anno, hanno usufruito solo del 27,5% del totale dei finanziamenti erogati in Italia. Marcato è lo spread tra i finanziamenti concessi alle imprese medio grandi e quelle piccole. In Liguria alle aziende di medio-grandi dimensioni sono stati erogati 16,2 miliardi di euro in un anno, con un calo del 3,2%, mentre alle imprese artigiane sono andati 1,2 miliardi di euro con un calo del 4,5%». Tra le province liguri, La Spezia è quella che ha registrato, per le imprese artigiane, la diminuzione maggiore dei prestiti bancari (-10,4%), seguita da Savona e Imperia (-5,1%) e da Genova (-4,2%). I tassi effettivi per finanziamenti per cassa alle imprese in Liguria oscilla tra il 6,71 di Savona e il 5,76 di Genova. In mezzo La Spezia (6,08) e Imperia (5,84).
«A differenza del resto d'Europa – commenta Grasso – solo nel nostro Paese si registra un tasso medio in crescita per le imprese sui nuovi finanziamenti. Sempre più spesso si verificano casi in cui un imprenditore, specie del settore delle costruzioni, sia costretto a rivolgersi alle banche per chiedere un finanziamento spinto dall'incalzare delle scadenze fiscali e previdenziali perché non ha liquidità di cassa. Il controsenso si verifica quando l'imprenditore, pur vantando migliaia di euro di credito con clienti privati e pubbliche amministrazioni, si presenta in banca e si vede negare un prestito o, nella migliore delle ipotesi, è costretto a pagare tassi di interessi da capogiro. Sarebbe opportuno che gli istituti di credito valutassero la reale situazione economica delle imprese, tenendo conto in primis delle fatture attive, ancora da riscuotere, con la Pa».