Confcommercio annuncia questo nuovo passaggio nella querelle contro la messa all'asta del demanio marittimo richiesta dalla Unione Europea, evidenziando come finalmente ora tutte le regioni interessate siano e si muovano compatte nei confronti del Governo italiano, che sembrerebbe aver difeso il settore non con l'energia necessaria.
Il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani lo aveva infatti promesso, in seguito alla nutrita manifestazione dei bagnini davanti alla sede dell'Emilia-Romagna. E oggi, dopo la riunione della Conferenza, quanto sostenuto da Errani è stato effettivamente deliberato: le commissioni al demanio e al turismo hanno infatti approvato una richiesta in cui si chiede al governo italiano di «fissare nel più breve tempo possibile un incontro con l'Unione europea per discutere soluzioni normative in tema di demanio marittimo a fini turistici», poiché «fino a quando non verrà fissato tale incontro, non saremo disponibili ad alcun confronto con il governo su ipotesi di decreto o altro».
La posizione rispecchia quanto affermato martedì da Errani e dal suo assessore al turismo Maurizio Melucci: lo schema di decreto legge elaborato da Piero Gnudi, che voleva mandare a evidenza pubblica gli stabilimenti balneari italiani, non è l'unica strada per rispettare la direttiva europea Bolkestein, poiché una recente proposta di legge spagnola, seguendo tutt'altra direzione (cioè una proroga di 75 anni per gli attuali concessionari), ha fatto emergere che non è l'UE a volere le aste delle spiagge. Ma la Regione Emilia-Romagna, hanno affermato Errani e Melucci, non intende avviare alcuna trattativa col governo finché quest'ultimo non si recherà a Bruxelles per verificare la possibilità di applicare la soluzione spagnola anche all'Italia. La scelta è quindi quella di invitare il governo al dialogo con l'Europa e attendere il corso degli eventi: esattamente la posizione approvata oggi da tutte le Regioni.
La Regione Emilia-Romagna era l'interlocutore mancante per raggiungere uno schieramento unitario contro le evidenze pubbliche, dopo che già le associazioni nazionali di Categoria, dei Comuni (Anci) e delle Province (Upi) hanno assunto una posizione a difesa degli attuali imprenditori, che hanno sviluppato il turismo costiero d'eccellenza.
Ma oggi, finalmente, anche le Regioni nel corso della loro riunione congiunta hanno confermato che «è necessario trovare in sede europea soluzioni normative in grado di tutelare le migliaia di imprese turistiche balneari, che rappresentano una peculiarità e una ricchezza del patrimonio economico italiano».
Nel rinnovare la richiesta al governo di fissare un incontro a Bruxelles per verificare un'alternativa alle evidenze pubbliche, i coordinatori nazionali al turismo Mauro Di Dalmazio e al demanio Gabriele Cascino hanno confermato che le Regioni, «fino a quando non verrà fissato l'incontro con l'Unione europea, aperto naturalmente anche al sistema delle Regioni, non sono disponibili ad alcun confronto con il governo su ipotesi di decreto o altro». La proposta di Gnudi di andare all'asta entro il 2016 è dunque stata bocciata: ora i balneari attendono che il governo si decida finalmente a recarsi a Bruxelles, magari approvando anche la proroga di 30 anni delle attuali concessioni, proposta da tre emendamenti al decreto 'Sviluppo bis' presentati da vari schieramenti politici.
Ma l'intesa delle Regioni sembra non essere finita qui. Il coordinatore del demanio Cascino, infatti, ha informato che «le Regioni hanno fissato una conferenza unificata di turismo e demanio per uscire con un documento unitario sulle evidenze pubbliche».
Tra i primi commenti sulla notizia c'è quello di Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche: «No a bozze di intesa: occorre puntare decisamente alla deroga alla direttiva servizi. Una linea molto forte che chiude a qualsiasi ipotesi di bozze di intesa del governo per dare la priorità a un incontro diretto a Bruxelles, in cui l'esecutivo e le Regioni abbiano la possibilità di illustrare le peculiarità delle imprese balneari italiane e, dunque, di ottenere una deroga specifica alla direttiva servizi. Un percorso analogo a quello avviato dal governo spagnolo, che per i propri operatori balneari ha aperto un contenzioso molto forte con Bruxelles. La posizione unanime espressa dalle commissioni al demanio e al turismo verrà presentata nella Conferenza delle Regioni della prossima settimana per la sua definitiva approvazione».