"PRONTO CASA" fa leva sulla normativa della legge 431/'98 e su un contratto tipo di locazione predisposto dalla Confedilizia che i Comuni possono utilizzare per acquisire in locazione da privati unità immobiliari da assegnare poi (con procedure amministrative o di diritto civile a loro scelta) a nuclei famigliari che necessitano di un alloggio. Nel corso della conferenza stampa è stato in particolare evidenziato che, per gli immobili tolti in locazione dai Comuni, la legge consente che il contenuto dei contratti possa essere adattato per i suoi vari aspetti (durata, canone ecc.) alle esigenze delle singole fattispecie. Per quanto attiene agli oneri accessori, il contratto tipo predisposto dalla Confedilizia prevede l'applicazione della Tabella oneri accessori allegata al D.M. 30.12.2002. Il Presidente confederale Sforza Fogliani ha dichiarato: "Il nostro progetto è caratterizzato da una piena flessibilità contrattuale, perfettamente coerente con la normativa locatizia in vigore. Alla flessibilità, il nostro progetto unisce una semplicità di applicazione e tempi per rispondere all'emergenza abitativa senza paragoni. Calcoliamo che questo strumento, caratterizzato fra l'altro anche da una piena trasparenza, possa consentire ai Comuni risparmi fino al 50/60 per cento della loro attuale spesa considerato che in molti casi i Comuni sono costretti a ricorrere a strutture alberghiere. Auspichiamo che i Prefetti interessati dalle situazioni locali a questa problematica vogliano anche controllare quanti Comuni utilizzano o utilizzeranno questa semplice possibilità anti-emergenza". "Il Comune di Roma – ha detto dal canto suo il Segretario generale Spaziani Testa – spende oltre ventunomila euro all'anno per ogni famiglia per la quale debba provvedere a trovare una sistemazione alloggiativa". "Le case popolari occupate abusivamente in Italia – ha detto ancora Spaziani Testa – sono oltre quarantamila in tutta Italia. La morosità raggiunge livelli assolutamente impensabili e a volte essa è anche tollerata. Le assegnazioni delle case, in molte città, sono fatte dalla malavita e basta. Gli inquilini, a volte, escono di casa per fare la spesa e non riescono più a rientrare perché nel frattempo la casa è stata loro «espropriata». Senza contare che, a fronte di uno strumento immediato come quello che noi proponiamo, le case popolari alle quali oggi si desse il via sarebbero pronte al più presto fra otto/dieci anni".