Gli edili di Confartigianato nei giorni scorsi hanno fatto il punto con il Presidente di Confartigianato, Paolo Figoli e l'On. Manuela Gagliardi sui bonus edilizi e il blocco dei crediti fiscali. Il tema è da mesi all'attenzione del Governo ed esige risposte urgenti. "Dai dati nazionali Confartigianato - ha evidenziato il Presidente Paolo Figoli nell'introduzione - ha calcolato che, a fronte dei 5.175 milioni di euro incagliati nei cassetti fiscali degli imprenditori, di cui 3.684 milioni (il 71,2%) per il superbonus e 1.491 milioni (28,8%) per gli altri bonus edilizi, si rischia la perdita di 46.912 addetti nelle micro e piccole imprese delle costruzioni.
In questo modo si ridurrebbe del 40% l'aumento di occupazione creato nel settore delle costruzioni nell'ultimo anno, pari a 116 mila unità posti di lavoro in più tra il primo trimestre 2021 e il primo trimestre 2022, equivalente ad un ritmo di crescita del +8,4%, il doppio rispetto al totale dell'economia (+4,1%)". Di appelli per sbloccare la situazione Confartigianato ne ha lanciati parecchi, arrivando a definire "paradossali e autolesionisti gli ostacoli a questi strumenti che hanno consentito la creazione di lavoro, il rilancio della domanda interna e che dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro Paese".
L'on Manuela Gagliardi ha illustrato agli edili, ai professionisti e amministratori di condominio presenti all'incontro, che il dossier più complesso rimasto aperto con il Governo Draghi è proprio quello relativo ai bonus edilizi. "Il Premier Draghi – ha spiegato l'on. Gagliardi – non ha mai negato le sue perplessità su tale misura ed anche il Ministero dell'Economia ha messo freno al provvedimento con ripetute modifiche normative che di fatto hanno bloccato il meccanismo della cessione dei crediti. Ora è necessario trovare una soluzione per quelle imprese che non possono incassare i crediti fiscali evitando fallimenti di imprese e ripercussioni sull'occupazione". Per Confartigianato Costruzioni non basta denunciare il problema è necessario che la politica trovi una soluzione percorribile. "Criticare il settore bancario perché non acquista i crediti è sbagliato e semplicistico – prosegue il Presidente Figoli – le banche sono privati che cercano redditività in un quadro che è sostanzialmente cambiato.
Per questo motivo Confartigianato propone un intervento straordinario da parte dello Stato che metta in campo un compratore di ultima istanza con il coinvolgimento immediato, ad esempio, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A. e una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato. Inoltre, per rimettere in moto il mercato della cessione del credito e far ripartire i cantieri, è necessario ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali". I dati parlano chiaro, nel 2021, il valore della produzione nelle costruzioni è aumentato di quasi il 25% rispetto al 2020, per una cifra pari a quasi 40 miliardi di euro. In decisa crescita anche il valore aggiunto, con un'impennata del +28% rispetto al 2019. Di fronte a queste performances è urgente un intervento che risolva la situazione delle aziende con i crediti bloccati e la prosecuzione di politiche anticicliche come gli incentivi per le ristrutturazioni e l'efficientamento energetico del nostro patrimonio immobiliare.
"Se non ci saranno risposte adeguate per dare risposte a chi ha effettato lavori seriamente e maturato crediti – conclude il Presidente di Confartigianato – la categoria a livello nazionale farà sentire la sua voce anche con azioni di protesta e manifestazioni. D'altronde per il futuro degli incentivi nel settore edilizia, che la Commissione europea ha indicato tra le armi più efficaci per rilanciare lo sviluppo, Confartigianato chiede certezze normative e mai più gli stop and go di questi ultimi mesi che hanno vanificato le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori".