Essendo lo stato di calamità una condizione conseguente al verificarsi di eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale che causano ingenti danni alle attività produttive, Legacoop Lega Pesca Liguria ritiene che ci siano gli estremi per procedere a riguardo. I dati scientifici degli ultimi anni dimostrano che il Mar Ligure è caratterizzato da una smisurata e sproporzionata presenza di tonni che comporta una minaccia ed alterazione dei cicli biologi marini.
I pescatori in questi anni si sono visti imporre vincoli dalla Comunità Europea che, sebbene inadeguati alle caratteristiche morfologiche del nostro mare, hanno rispettato perché imposti in virtù di una salvaguardia delle risorse marine.
Il risultato di queste scellerate forzature, non basate su dati scientifici, è che il Mar Ligure è "proprietà" esclusiva dei tonni che non consentono ai pescatori di catturare altre specie ittiche.
Situazione che si aggraverà a seguito dell'ulteriore sospensione delle catture accessorie imposta dalla CEE che avrà effetti devastanti sull'intero ciclo biologico marino.
Ogni habitat ha caratteristiche proprie. Le politiche gestionali "globalizzate" di questi anni hanno fallito: è illogico applicare le medesime misure per la salvaguardia delle risorse ittiche al Mare di Gibiliterra, al Bosforo, all'Adriatico, al Golfo del Leone e al Mare Ligure.
Ciò comporta danni irreparabili e quello che sta succedendo in Liguria ne è la prova. Ci si potrebbe domandare se questi vincoli comunitari siano forse dettati da pressioni economiche di importanti paesi extra U.E. (detentori di parte del debito pubblico europeo) cui non si applicano questi disposizioni e le cui unità da pesca si possono vedere al largo del nostro mare.
"Certo i tempi in cui i nostri antenati chiamavano il Mar Mediterraneo "Mare Nostrum" sono lontani, ma Legacoop Lega Pesca Liguria e i suoi associati non accettano che diventi "Mare Alterorum"" – afferma Barbara Esposto Responsabile Servizi Legacoop Lega Pesca Liguria.