Tra le criticità delle filiere agroalimentari, mentre i trattori viaggiano verso Sanremo, non si può dimenticare la categoria dei pescatori professionisti oggi fortemente vessata dalle norme stringenti dell'Unione Europea alla quale chiediamo un confronto costruttivo per risolvere le problematiche più urgenti.
Non ha senso far demolire i pescherecci per non pescare e quindi dover importare prodotto ittico che viaggia su aerei e proviene da paesi dove le norme lavoristiche, sulla sicurezza, tracciabilità ed igiene potrebbero non essere rispettate. Si elimina la pesca professionale e poi alla Spezia le orate tagliano con i denti le retine metalliche che contengono i piccoli muscoli, i mitilicoltori le trovano strappate e perdono l'intero raccolto con danni economici pesantissimi.
La pesca italiana è fatta perlopiù da imbarcazioni di tipo tradizionale. In Liguria parliamo di poco meno di 500 imbarcazioni che effettuano battute di pesca giornaliere con imprese di pesca a conduzione familiare.
A Sanremo ad esempio esiste un'importante flotta che si dedica alla pesca del gambero viola, il famoso prodotto ittico che contraddistingue non solo la città matuziana ma altresì importanti località balneari liguri come Santa Margherita Ligure.
Se questi pescherecci saranno demoliti, cosa si mangerà nei ristoranti liguri? Forse il gambero argentino perché qui non resteranno più pescatori.
Per non parlare del tonno rosso. Nessuno in Liguria lo può catturare ma oltre le 12 miglia si possono trovare imbarcazioni extra UE che pescano tranquillamente senza regole.
Si perché oltre le 12 miglia finisce la competenza territoriale dell'UE e le barche che non battono bandiera comunitaria possono fare ciò che vogliono. Peccato che la pesca del pesce spada e del tonno si svolga prevalentemente in acque oltre le 12 miglia e così capita che i nostri pescatori non possano pescare e debbano stare a guardare al loro fianco colleghi giapponesi, marocchini, algerini che catturano tonno rosso che peraltro è presente in abbondanza nelle nostre acque come dimostrano gli studi scientifici.
I controlli ci devono essere e i pescatori sono d'accordo: hanno già sistemi di controllo di navigazione satellitare, sono monitorati costantemente, hanno libri di bordo elettronici che compilano durante le battute di pesca
Ma è inaccettabile prendere una multa perché commetti un errore nello stimare quanto pesa un pesce. Non si può pensare di installare a bordo dei pescherecci da 18 metri sistemi di monitoraggio elettronico a distanza, comprese le telecamere a circuito chiuso.
Finito il Festival di Sanremo, concluse le proteste con i trattori, ci aspettiamo che le istituzioni europee e nazionali rimettano al centro del dibattito anche i pescatori: lavoratori che amano il loro lavoro e che ogni notte solcano un mare che considerano la loro casa.
LegaCoop Agroalimentare Liguria