“L'aumento dell'Iva che potrebbe arrivare il prossimo 1° gennaio sarebbe una ulteriore “stangata” al mondo dell’artigianato e del commercio – spiegano il Presidente di Confartigianato Paolo Figoli e il direttore Giuseppe Menchelli - se la Politica non riuscirà nei prossimi mesi a disinnescare l’aumento dell’Iva, l’innalzamento di 3 punti percentuali sia dell’aliquota ordinaria che di quella ridotta provocherebbe effetti molto negativi sul fatturato delle piccole e medie attività che rappresentiamo. Sono attività che vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie e dei turisti. Nel primo semestre 2019 in Liguria abbiamo registrato un saldo negativo – 197 tra aziende artigiane iscritte alla Camera di Commercio 2033 e cessazioni 2230.
Oltre agli effetti economici e occupazionali, la riduzione del numero delle attività artigiane e in generale dei negozi di vicinato provoca delle ricadute sociali significative. Con la moria delle botteghe, stiamo assistendo ad una desertificazione dei centri storici e soprattutto dei quartieri periferici. Questa situazione ha abbassato notevolmente la qualità della vita di questi luoghi: meno servizi, più abbandono, meno sicurezza.
Lo ha capito seppur tardivamente persino la politica che con il “Decreto dignità” ha previsto che dal 2020 i Comuni con meno di 20 mila abitanti la possibilità di azzerare per i successivi 3 anni le tasse locali a quegli artigiani o piccoli commercianti che amplieranno il proprio negozio o riapriranno l’attività dopo un periodo di chiusura di almeno 6 mesi. Un segnale, seppur insufficiente, che va nella direzione giusta: quella di rivitalizzare le nostre città e i paesi che sono sempre più svuotati di attività e di servizi ai residenti”.