L’Associazione Culturale Mediterraneo festeggerà i dieci anni di attività con due incontri con lo storico e saggista Franco Cardini, che si terranno lunedì 21 gennaio.
Alle ore 10,30 Cardini incontrerà gli studenti del Liceo Scientifico Pacinotti nell’Auditorium della scuola (via XV Giugno) sul tema “La via della seta. Una storia millenaria tra Oriente e Occidente”. La via della seta è una strada, o meglio una rete di strade, un fascio di percorsi terrestri e marittimi che hanno spostato nel corso dei secoli uomini, merci e conoscenze dall’estremità orientale dell’Asia fino al Mediterraneo e all’Europa. Romantica e recente, l’espressione “via della seta” restituisce il senso di un mondo vasto, attraversato fin dai tempi antichi da guerre e conflitti ma animato anche dal fervore di scambi commerciali, culturali e politici. Tra montagne e altipiani per questo cammino sono transitati spezie, animali, ceramiche, cobalto, carta, e naturalmente la seta. Alessandria, Chanh’an, Samarcanda, Bukhara, Baghdad, Istanbul: sono alcune delle tappe di un viaggio millenario che giunge fin dentro il nostro presente. Perché la via della seta non è solo un racconto del passato, ma ha a che fare con il nostro futuro globale. Oggi questo percorso sta cominciando a unire paesi che aspirano a svolgere un ruolo dominante sulla scena mondiale: difficile fare previsioni su come tutto questo trasformerà Oriente e Occidente.
Alle ore 17 Cardini terrà una lectio magistralis nella Sala della Provincia sul tema “Il Mediterraneo oggi”. L’incontro è aperto a tutti gli interessati. Chi meglio di Cardini può districarsi attraverso le complesse stratificazioni che compongono la civiltà mediterranea nel suo insieme? Con lui viaggeremo nei percorsi della storia, alla ricerca della nostra identità, pronti a ricostruire anche il ruolo centrale della penisola italiana nelle vicende che, attraverso i secoli, hanno lentamente portato alla formazione della cosiddetta “cultura occidentale”, fino a giungere alle questioni di attualità che proprio in queste acque vedono consumarsi vicende umane di estrema gravità.
“Il Mediterraneo -ha scritto Cardini stesso- sta tornando con forza ‘di moda’, anche se non sempre e non del tutto in un contesto facile. Eravamo abbastanza abituati all’idea che nell’età moderna l’asse economico e commerciale si fosse spostato dal mare nostrum al dominio degli oceani: ma già a partire dal taglio dell’istmo di Suez nel 1869, il non più chiuso bacino mediterraneo era tornato area di scorrimento di un imponente traffico navale. A partire dal secondo dopoguerra, la crescita esponenziale del traffico aereo ha senza dubbio ridimensionato quello marittimo, senza tuttavia poter giungere a sostituirlo, specie per i carichi voluminosi. Ma le prospettive del 'risveglio arabo' prima, quindi i pericoli del terrorismo islamista, infine la problematica legata alla 'nuova guerra fredda', hanno imposto una nuova attenzione internazionale sul Mediterraneo: al punto che ormai quella che era la North-Atlantic Treaty Organization, la Nato, sta con ogni evidenza trasferendo il suo nucleo molto a sud-est di quelle che erano le sue originarie prospettive. La storia non deve mai attualizzarsi; d’altro canto, essa è sempre storia contemporanea. È un fatto obiettivo che l’attenzione sull’oggi provoca automaticamente una crescita di domande legate al passato”.