Senza questa mancanza non può darsi l’umano, la cui marca distintiva è proprio l’ampiezza del ventaglio di possibilità di risposta a questo buco, a questo vuoto. Ciascuno costruisce quindi una propria “realtà” delirante, per far fronte al delirio del “reale”, informe, impensabile. E al nostro essere divisi, mancanti, umani.
Siamo tutti folli, quindi.
O forse la follia è altro da ciò che pensiamo.
Francesca Biagi-Chai, Psicoanalista, psichiatra a Parigi. Membro AME dell’ECF e dell’AMP. Membro del Cartello della passe dell’EFP per la SLP. Insegnante della Sezione clinica di Parigi VIII (con presentazioni cliniche all’Ospedale di Villejuif). Autrice del libro Le cas Landru: a la lumière de la psychoanalyse (Imago 2007) e di vari articoli in riviste di psicoanalisi. Da ottobre 2017 a giugno 2018 ha tenuto un insegnamento per l’ECF dal titolo: Dalla psicosi ordinaria alla straordinaria, e ritorno.
“Tutti sono folli, ovvero deliranti” è una frase pronunciata dal grande psichiatra e psicoanalista francese Jacques Lacan nel 1978.
Mai come oggi è stata rilevante l’incidenza sociale del disagio psichico, e risulta imprescindibile ripensare e aggiornare il concetto di istituzione psichiatrica, a ormai 40 anni dalla legge 180 promossa da Franco Basaglia.
Dora.news – psicoanalisi e altro e Centro Heta-Fida Marche Umbria Romagna, con il patrocinio del Comune di Filattiera (MS), organizzano a Filattiera, nella Sala Consigliare, in Piazza Castello, il 20 luglio 2018 alle ore 17.30, la conferenza pubblica “Tutti sono folli. Il delirio della normalità” a cura della nota psichiatra e psicoanalista italo-francese Francesca Biagi-Chai.
La Dr.ssa Biagi, nativa proprio di Filattiera ma attiva a Parigi in numerose istituzioni psichiatriche e insegnante della Sezione clinica di Parigi VIII, guiderà gli ascoltatori in un’approfondita disamina del trattamento del disagio psichico in istituzione, delle sue ricadute individuali e sociali, dei processi che possono stimolare l’emersione della sofferenza psichica e delle innumerevoli sue declinazioni, più o meno “normali”. Del delirio di ciò che chiamiamo, forse impropriamente, normalità.