Il libro e la mostra fotografica di Giorgio Pagano “Sao Tomé e Principe - Diario do centro do mundo” hanno fatto tappa, nel lungo giro che ha percorso molte città italiane, anche a Follo, per la ventisettesima presentazione. All’iniziativa, organizzata dal Comune di Follo e dall’Associazione Culturale Mediterraneo, erano presenti il Sindaco Giorgio Cozzani e l’assessore alla Cultura Felicia Piacente.
Per Giuseppe Pacini, vicepresidente di Januaforum, nel libro “emerge tutta la capacità di Giorgio Pagano di ascoltare, di comunicare, di avere una visione e di progettare il futuro con grande concretezza: il sognare insieme agli altri e la vita di comunità sono per lui una scelta di vita”. Il Piano della regione di Lembà a Sao Tomé e Principe, elaborato da Pagano per conto della ong Alisei, ha aggiunto Pacini, “è un piano partecipato, non calato dall’alto, che punta allo sviluppo sostenibile facendo crescere le imprese, con un partenariato tra imprese locali e straniere”. “Oggi –ha concluso- abbiamo paura dell’Africa e degli africani, ma perché non li conosciamo: l’Africa è in realtà una grande opportunità di sviluppo e di lavoro per le nostre imprese e i nostri giovani”.
Concetti ribaditi da Claudio Rissicini, cooperante, impegnato a Sao Tomé e Principe insieme all’autore: “lo schiavismo e poi il colonialismo hanno bloccato lo sviluppo dell’Africa, ma oggi ci sono le condizioni per cambiare, perché l’Africa ha i giovani, ha la terra, ha la biodiversità”. L’importante è “capire che sostenere l’Africa non è solo un dono ma anche e soprattutto un investimento per il nostro futuro”.
Infine l’autore: “La terra sarà abitata da quasi 10 miliardi di persone nel 2010, oltre 11 a fine secolo. Sempre più inugualmente distribuiti: l’Africa raddoppierà la popolazione tra trent’anni, la quasi raddoppierà di nuovo tra settanta, superando i 4 miliardi. Noi europei saremo invece sempre di meno e sempre più anziani. Non possiamo accettare tutto ciò restando inerti. Dobbiamo attrezzarci per accogliere e integrare chi arriva da noi, per dare loro una formazione che sia utile quando torneranno nei loro Paesi per renderli migliori e più giusti. E dobbiamo prevenire le migrazioni con una grande politica di cooperazione. L’Italia e l’Europa sono invece sempre più chiuse e introverse: non accolgono, fanno accordi con i regimi africani perché si tengano i migranti, non importa come e dove, e utilizzano i (pochi) fondi della cooperazione per finanziare questi accordi. E’ un orizzonte drammaticamente sbagliato e privo di ogni lungimiranza. La nostra piccola esperienza a Sao Tomé e Principe ha un grande valore simbolico, perché dimostra che un’alternativa a tutto questo è possibile. Dimostra che l’Africa ha bisogno di noi, ma anche che noi abbiamo bisogno dell’Africa”.
La mostra fotografica, presentata dal critico Giovanna Riu, sarà visitabile fino a lunedì 14 maggio.