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Parlerà del suo libro "Alla Rivoluzione sulla Due Cavalli" e della sua trasposizione cinematografica.

 

Cinema rivoluzionario e storie di ordinaria rivoluzione: incontri con i protagonisti del cinema italiano e maratona no-stop di cortometraggi e documentari tra passato e presente. Lo scrittore spezzino Marco Ferrari sarà protagonista al festival “La storia in piazza” in corso a Genova.

L’appuntamento è per venerdì alle ore 22 nella sala del Minor Consiglio con l’autore del romanzo edito da Sellerio e della sceneggiatura di Alla rivoluzione sulla Due Cavalli, vincitore del Pardo d’Oro al Festival di Locarno. Con lui si parlerà della fortunata trasposizione cinematografica dal romanzo al film, che vede tra i protagonisti Adriano Giannini e Francisco “Paco” Rabal in un road movie alla volta della Rivoluzione dei garofani. L’incontro, organizzato e condotto da Cristiano Palozzi, direttore del Genova Film Festival, è coadiuvato dalla proiezione di spezzoni del film.

La «rivoluzione dei garofani», quella con cui i militari portoghesi abbatterono il regime salazarista in Portogallo, fu forse l'ultima rivoluzione romantica. Una generazione di giovani poté credere di specchiarvisi, di riaccendersi di entusiasmo per la storia. Eppure manca di una letteratura pari al fermento di spiriti che suscitò, forse per le venature a volte quasi caricaturali che quel fermento conserva nel ricordo di quei giorni non abbastanza lontani.

“Alla rivoluzione sulla Due Cavalli” racconta un frammento dell'avventura che tanti giovani vissero - Victor e Vasco, due giovani portoghesi studenti a Parigi cercano di raggiungere Lisbona inseguendo la canzone dei ribelli: «Grândola, Vila Morena, terra da fraternidade», vivendo lungo il tragitto avventure in ogni luogo e in ogni incontro (poiché l'avventura è più grande quante più cose vena di avventuroso). Ma è nel racconto più forte lo spirito d'ironia che l'enfasi, forse il senso del comico addirittura, proprio perché quella rivoluzione fu una vera rivoluzione di libertà, e quella generazione che voleva «seppellire i tiranni con una risata» ne fu davvero all'altezza.

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