Maria, possiamo avere un tuo commento sulla "Cavalleria" con il Coro Lirico La Spezia?
Una produzione con cast d’eccezione. Un coro preparato con maestria dal Maestro Kentaro Kitaya, che ha saputo reggere le parti corali molto difficoltose di Cavalleria. Come pure è stata eccellente la direzione, affidata alla bacchetta del maestro Kitaya, del quartetto d’archi accompagnato al pianoforte dalla bravissima pianista Miki kitaya. Nel complesso l’ensemble strumentale sembrava una piccola orchestra.
Per me è stata una grandissima emozione ricantare il ruolo di Santuzza in Cavalleria Rusticana, grazie all’allestimento e alla produzione del “Coro Lirico La Spezia”, come dicevo prima, il ruolo di Santuzza lo sento mio. Una esperienza senz’altro da ripetere che merita un teatro più grande dove il cast ed il coro possano avere più spazio per l’azione scenica.
Quale valore ha nella tua vita il canto?
Il canto per me è vita, ossigeno, linfa vitale, non potrei vivere senza cantare. Quando si canta nella giusta impostazione vocale, attraverso la respirazione diaframmatica intercostale che funge da mantice e contribuisce al ricambio di ossigeno, alla consapevolezza della muscolatura che interagisce nell’atto della fonazione, e a queste due attività corporee si aggiunge l’affettività, la passione, il pathos, l’interpretazione, ecco che si canta con il cuore e raggiungo un totale benessere psicofisico che cerco di trasmettere al pubblico e non lo tengo solo per me.
Puoi parlarci dei tuoi successi internazionali?
Ho un bellissimo ricordo della rappresentazione dell’opera Butterfly debuttata presso il Teatro di Timisoara nel novembre 1992. Io interpretavo il ruolo di Suzuki per preparare scenicamente l’opera la regista ci ha fatti lavorare molto fisicamente per abituare il corpo ai movimenti giapponesi degli arti superiori ed inferiori, ad inginocchiarci e ad alzarci senza l’aiuto delle mani, ad usare l’oggettistica stando sempre in ginocchio. Un’altra bella esperienza è stata la tuorné in Argentina, 4 concerti in cui molti Italiani hanno voluto foto ed autografo. Un’altra esperienza significativa è stato il debutto di Cavalleria Rusticana al Teatro di Maribor in Slovenia, direttore Boris Svara, con 60 elementi di orchestra in buca.
Nel tuo repertorio hai eseguito svariati concerti di musica Sacra. Vuoi parlarne? Quali emozioni ti dona la musica sacra? Quale autore preferisci?
La musica sacra mi ricongiunge con Dio: quella enorme essenza spirituale che è in ognuno di noi. Una ricerca del Sacro inteso come entità spirituale, cosmica, ma che appartiene anche alla nostra pace interiore per stare bene con gli altri. Anche se nel sacro non ho preferenze, sono tutte musiche meravigliose, tuttavia rimangono alcuni autori e brani per me di grandi predilezione: “Il Gloria” di A. Vivaldi, “Stabat Mater” di Pergolesi“ e La Petite Messe Solenelle” di Rossini.
Puoi raccontarci quali sono i progetti futuri che intendi realizzare con l’Associazione Laboratorio Brunier e quali sono i tuoi?
Come presidente dell’Associazione “Laboratorio Brunier” quello di continuare ad organizzare l’attività musicale producendo opere liriche e rassegne musicali includendo sempre i giovani dell’Alternanza Scuola/Lavoro che, grazie a questa opportunità, si inseriscono nel mondo lavorativo dell’artista cantante.
Come insegnante di Canto formare giovani cantanti lirici affinché possano continuare gli studi presso i Conservatori.
Come Maria Bruno di poter incidere prossimamente un CD di canto didattico per gli studenti del Liceo Musicale e....di non smettere mai di cantare!
Intervista integrale sul Blog di Sala Culturale CarGià, cliccate qui.
(Intervista realizzata da Ezia Di Capua – Vice Presidente e Curatore Artistico dell'Associazione Coro Lirico La Spezia / Foto di Marco Mosti)