Il lavoro di uno straordinario artista conosciuto in tutto il mondo che si valorizza con una sinergia vincente nel contesto di uno dei più apprezzati approdi turistici italiani. “Sculture” è un intervento monumentale di arte contemporanea, ideato dall’artista messicano Gustavo Aceves, che dal 16 settembre 2017 (vernissage alle ore 18,30 con la presenza anche dell’autore) troverà spazio nella esclusiva area di Porto
Lotti alla Spezia. Il progetto di grande suggestione artistica è promosso dalla galleria “Il Forte Arte” di Forte dei Marmi, in collaborazione con Porto Lotti e con il patrocinio del Comune della Spezia.
L’installazione
L’installazione è composta da sculture di grandi dimensioni, che fanno parte dell’ultimo apprezzatissimo progetto dell'artista dal titolo “Lapidarium”. Ci saranno, ad esempio, due cavalli in bronzo a patina verde adagiati su scheletri delle barche come relitti di una flotta. Con il verde che vuole simboleggiare il Mar Morto, un mare senza onde e senza vita. Un altro prestito eccezionale, concesso in esclusiva dall’artista per questa mostra, è il trittico di cavalli in bronzo nero sul bianchissimo onice che rappresenta la schiuma del mare capace di trasportare i cavalli in viaggio. Il colore nero degli animali allude al Mar Nero, un mare che ha visto il passaggio delle più antiche migrazioni da e per l’Oriente. Si può ammirare anche un cavallo apode monumentale, alto circa cinque metri, rosso, fuso in ferro ossidato. Anche in questo caso la simbologia è di quelle che ci riportano indietro nel tempo: il Mar Rosso, che si aprì agli ebrei in fuga dall’Egitto e in cammino verso la terra promessa.
Creato nel corso degli ultimi sei anni a Pietrasanta, la Piccola Atene della Versilia, nelle sue rinomate fonderie di bronzo e laboratori di marmo, “Lapidarium” si articola in un vero e proprio ‘esercito’ di sculture equestri in bronzo, marmo, legno, ghisa e granito, creando soltanto sculture di esemplari unici.
Il significato
L’artista con “Lapidarium” ha voluto creare una colossale opera dedicata all’autocoscienza dei popoli, dove ogni singola scultura rappresenta un frammento della storia dell’umanità, per non dimenticare gli orrori commessi nel passato e perché, nel suo insieme, costituisca un monito a non ripeterli più. Un messaggio attraverso il quale rinascere migliori. Attingendo all’archeologia, alla mitologia, alla storia dell’arte, l’opera di Aceves riflette sul rapporto che da millenni lega nella storia l’uomo e il cavallo. Con una consapevolezza: il cavallo ha reso il mondo conosciuto più piccolo, meno difficile da esplorare. Aceves fa rivivere in “Lapidarium”, attraverso una sua originale rivisitazione, la visione di quanto il cavallo sia ancora oggi il simbolo di ciò di più bello e nobile abbia realizzato la cultura figurativa. Un simbolo universale di forza, bellezza, di nobile fierezza, di purezza e di libertà. Ma, nonostante tutto, non c’è niente di vittorioso nei potenti cavalli di Aceves: le barche in cui alcuni viaggiano richiamano alla mente il
percorso di Caronte negli inferi, mentre le forme scavate di altri contengono teschi umani, suggerendo una versione del cavallo di Troia in cui solo la morte e la sofferenza arrivano clandestinamente a terra.
E quanto l’opera di Gustavo Aceves sia attuale è dimostrato dal fatto che “Lapidarium” rappresenta il tentativo dell’artista di offrire una risposta dinamica e forte a una delle questioni più pressanti e dibattute dei nostri tempi e dei nostri giorni: l’emergenza migranti. L’artista raggiunge questo obiettivo dando forma al pensiero che si tratti di una crisi dalle radici profondamente ramificate nel Tempo, dal momento che ogni scultura in “Lapidarium” rappresenta un momento di una particolare diaspora della storia antica.
Il messaggio del sindaco Pierluigi Peracchini
"L’Amministrazione Comunale è molto lieta che presso un’eccellenza nautica e turistica come Porto Lotti siano ospitate le installazioni di Gustavo Aceves, un artista messicano che ha esposto in tutto il mondo e che da qualche anno ha scelto di trasferirsi in Italia, a pochi chilometri dalla nostra provincia.
Lapidarium è un progetto audace, una sintesi scultorea fra i cavalli dipinti sulle Grotte di Lascaux nel XIII secolo a.C. e la sofferenza dell’equino della Guerinica di Picasso. Le sue opere sono frammentate e frammentarie, usurate, come fossero sopravvissute a un tempo e a uno spazio lontanissimi e volessero restituirci con le loro forme incomplete la storia della loro diaspora.
Il titolo del ciclo di opere esposte tradisce quella che dovrebbe essere la loro naturale appartenenza museologica, perché nel suo Lapidario, in realtà, l’utilizzo dei materiali è eterogeneo, con la presenza della pietra e il bronzo, il ferro e la resina. Proprio l’eterogeneità di materiali, di spazi e di tempi a cui il ciclo appartiene è il sintomo artistico che Aceves vuol rappresentare nel riflettere sul fenomeno più importante del nostro tempo, l’atto migratorio, declinato nelle rappresentazioni di relitti di barche ed equini sopravvissuti.
Le diaspore, gli esodi, le migrazioni sono al contempo un agire e un agito: ogni scultura rappresenta il dissidio esistenziale che quest’atto porta con sé e la condivisione di una storia di viaggi che
appartiene all’umanità, fin dalla storia più antica. La barca e l’equino, allora, rappresentano gli strumenti, che in questo frangente divengono protagonisti, con cui affrontare le diaspore
del Vecchio Testamento, le vicende della Grecia Antica e le migrazioni della storia recente e contemporanea.
Siamo pertanto particolarmente orgogliosi che il Lapidarium di Aceves abbia trovato un luogo di esposizione nella nostra Città fra le molte tappe nazionali e internazionali che lo hanno ospitato e che ancora lo attendono".