Legni restituiti dal mare, scarti di ferramenta, pancali, vecchie finestre e mobili. Si parla di brico art, dove i protagonisti sono materiali come vernici, chiodi e solventi legati alla grande distribuzione. Tra i supporti preferiti per le creazioni ci sono ante e sportelli di vecchie finestre, legno di mare, compensati e tavole assemblate. Gli utensili sono propri del fai-da-te, sega e martello, chiodi, cartavetra e parecchio olio di gomito. Le tecniche predilette risultano quelle della pittura acrilica, assemblaggi, decoupage spicciolo. Dai quadri incorniciati ai piedistalli delle sculture, tutto è pensato e realizzato manualmente partendo da scarti di recupero. Il tutto accomunato dal loro stile personale che mostra una tendenza al decorativismo e all’ornamento. I modelli scelti per dare voce alla loro poetica sono quelli legati alla vita di mare, al Golfo dei Poeti. E non ci sarà da meravigliarsi, quindi, se le muse del loro ingegno risultano le barche, i pesci, le cabine e i fari.
ViVa53 (nome d'arte di Vittorio Capitani, spezzino classe 1953) vive da sempre nel territorio che diventa fonte d'ispirazione per la sua produzione. La formazione risale agli anni '90: restauro presso la Scuola Arthena. È da considerarsi un outsider al mondo dell’arte istituzionale poiché le abilità espressive che ha maturato sono prive di qualsiasi accademismo. Se da un lato può averne limitato le competenze tecniche, dall’altro ne mette in risalto creatività e fantasia: un decorativismo che trascende le conoscenze e dota l’artista di una libertà di manifestarsi del tutto singolare. Mare, pesci, barche e fari. Dai suoi lavori si evince la burbera e genuina artigianalità ligure rivisitata in chiave contemporanea.
FKO, al secolo Filippo Capitani, classe 1989 nato alla Spezia, è un sedicente "fankartista". Ha studiato Arte all’Università di Pisa. È attivo dal 2013 nel ramo dei Modern Crafts, nell’artigianato artistico e della hobby art. Nella tecnica è autodidatta. Fin da piccolo è attratto dai colori e ciò trova sviluppo in uno stile artistico che, sottraendosi al figurativo, diventa pastiche tra l’astrattismo geometrico e l’Art Brut. Il suo lavoro va inteso come una sorta di retroguardia artistica. Il guardare indietro, il ritorno alle avanguardie storiche, il loro superamento: al contrario.
Dal 2 al 15 settembre
Dalle 10 alle 23
Sala Mantero
Via Cappellini, 99 - Porto Venere
Ingresso libero