Giovedì 20 luglio alle ore 21,30 Giorgio Pagano presenterà il suo libro “Sao Tomé e Principe - Diario do centro do mundo” in Piazza Marconi a Sesta Godano. Il libro è già stato presentato alla Spezia, Sarzana, Lerici, Firenze, Genova, Milano, Lucca, Pontremoli, Savona, Fivizzano e Viareggio. L’iniziativa è organizzata dal Comune e dalla Biblioteca Civica di Sesta Godano nell’ambito della rassegna “Boschi narrativi”, in collaborazione con l’Associazione Culturale Mediterraneo. Interverranno, oltre all’autore, l’assessore alla cultura del Comune di Sesta Godano Davide Calabria e Sergio Schintu, segretario di Januaforum.
Alle 21, nei locali della Scuola secondaria di primo grado Piero Borrotzu (Piazza Marconi) verrà inaugurata la mostra fotografica. A presentarla il critico Giovanna Riu.
Il libro, edito dalle Edizioni Cinque Terre, contiene il Diario dell’esperienza di Pagano come cooperante nelle isole di Sao Tomé e Principe tra il 2015 e il 2016, il saggio introduttivo “La ‘nostra’ Africa” e i capitoli “Dalla cooperazione tra Comuni al partenariato tra comunità”, “Italia Mediterraneo Africa” e “L’esempio”. “Sao Tomé e Principe – Diario do centro do mundo”, che ospita la Prefazione del professor Gian Paolo Calchi Novati e un contributo di Mario Giro, Viceministro agli Affari Esteri, è inoltre un reportage fotografico sulle “isole al centro del mondo”, con 115 immagini, 35 delle quali compongono la mostra.
“L’Africa -scrive Pagano- è sempre più ‘nostra’. Le migrazioni, la globalizzazione e la crisi economica, il terrorismo jihadista: tutto spinge a superare i confini, a rendere permeabili le frontiere, a unire Europa e Africa. L’Europa non può più essere altra rispetto all’Africa, e viceversa: i destini sono interconnessi, il rapporto è e sarà sempre più stretto, tra grandi difficoltà e altrettanto grandi opportunità. Troppe sono le cause comuni che ci interpellano. L’Africa è il nostro grande Sud, l’Europa è il grande Nord dell’Africa... Il grande obiettivo, ‘in direzione ostinata e contraria’, è quello di un’Africa che vinca la povertà senza subire le ferite irreversibili dell’invasione ‘sviluppista’. L’idea di ‘una cooperazione per domare il demone dello sviluppo’, che unisca i popoli del Sud e del Nord del mondo, comincia lentamente a farsi strada. Sembra un appello a fare cose impossibili. Eppure se il futuro ci riserva qualcosa di diverso dalla infinita ripetizione dello sviluppo e dei suoi miti qualcosa di questo impossibile non è destinato a rimanere per sempre tale”.
La mostra sarà visitabile fino a venerdì 28 luglio.