Alfiero Ciampolini, portavoce del Forum delle Attività Internazionali della Toscana, ha parlato dell’esperienza di Pagano come di “un progetto partecipato, costruito insieme ai saotomensi e non calato dall’alto”: un “modello di cooperazione”, incentrato sulla “valorizzazione delle persone e delle risorse locali” e sul “partenariato tra comunità africane ed europee, con un ruolo chiave dei Comuni e delle imprese”.
Carmine Mezzacappa, Presidente dell’Associazione “Dal libro alla solidarietà”, ha evidenziato la complementarietà di questo libro di Pagano con la sua opera precedente “Eppur bisogna ardir”, dedicata alla Resistenza e presentata nei mesi scorsi anche a Fivizzano. “Ho scritto i due libri contemporaneamente, un po’ in Africa e un po’ in Italia -ha detto l’autore- e c’è certamente un nesso tra loro: sono due libri sulle persone, sulle donne e gli uomini semplici, che si battono per l’emancipazione di sé, per l’autodeterminazione della propria vita, per e con gli altri”. Sono questi, ha continuato Pagano, “i valori fondamentali dell’umanesimo, i valori della Resistenza italiana ed europea che ho ritrovato in Africa, i valori che ci guidano oggi nella battaglia contro l’individualismo e il dio denaro, per la solidarietà e la vita comunitaria, in Occidente come in Africa”. Una battaglia fondamentale perché l’Africa “sappia respingere il neocolonialismo e costruire una sua autonoma strada allo sviluppo, che non copi il nostro sviluppo, che consuma e distrugge l’ambiente”. C’è una parola nella lingua zulù, ha concluso, che Nelson Mandela ha reso famosa nel mondo: “ubuntu”. E’ un termine difficile da tradurre, ma “l’espressione che gli si avvicina di più è l’insieme dell’umanità, l’empatia, l’umanesimo: sono i valori universali che ci salveranno”.
E’ stata inaugurata anche la mostra fotografica, visitabile nella sede dell’Associazione “Dal libro alla solidarietà” (Piazza Medicea, 32) fino a lunedì 5 giugno.